N.d.R. Nel solo comune dell’Aquila, Su 18235 richieste (pratiche B,C,E), sono solo 5565 i contributi definitivi concessi dal comune. Le domande per le abitazioni E ricevute da Fintecna sono 226 al 18 marzo, la cui domanda scade il 6 aprile 2010, ma con questi numeri non si vede alternativa ad una proroga. E nei comuni del cratere le cose non vanno meglio.
Una sola richiesta: risposte chiare ed oneste, subito (Sabina Cavina)
Un anno e’ passato, si e’ gestita la prima emergenza con buoni risultati, si sono trovate sistemazioni per una parte della popolazione colpita costruendo C.A.S.E. e M.A.P., si continuano a sostenere altri con C.A.S., molti ancora non rientrano, ma la ricostruzione proprio non parte, nonostante gli annunciati provvedimenti, l’ultimo dei quali e’ il decreto n. 3 del Commissario Delegato per la ricostruzione contenente le Linee Guida per i centri storici. Cosa non funziona? Cosa rende tanto distante la realta’ dalla carta? C’e’ uno scollamento tra quanto si programma in linea teorica e quanto si può realmente concretizzare, mancano gli strumenti operativi, mancano indicazioni chiare ed inequivocabili, manca forse una reale volonta’ di far partire la ricostruzione. Tante volte si e’ sottolineata la differenza tra le tante aree coinvolte, tra lo stesso capoluogo con le sue criticita’ di citta’ e centro storico e il cratere, fatto di contesti più piccoli, in alcuni casi meno profondamente danneggiati , sui quali si può intervenire senza creare castelli burocratici infiniti che crollano in continuazione perché privi di fondamenta.
L’articolo 8 del decreto sui centri storici individua dei casi sui quali si può intervenire ai sensi delle O.M 3778-3779-3790, pur trattandosi di edifici in centri storici ricompresi in aggregati non particolarmente compromessi.
Sulla carta almeno in questi casi si potrebbe partire, (così pensa l’ignaro cittadino, fiducioso ed ansioso di poter recuperare la propria casa), ma non e’ così, mancano indicazioni chiare sull’accesso ai fondi per le parti comuni ( finanziate in ogni caso, prima o seconda casa? Sembra così, ma che tipo di finanziamento o contributo si prevede? Agevolato o diretto?) . Nessuno sa rispondere e le pratiche giacciono “sospese” negli uffici tecnici, sospese a tempo indeterminato. Senza considerare i tempi calendarizzati per le operazioni canoniche che il decreto assegna ai sindaci ! Molte amministrazioni sono in scadenza, ci vorra’ qualche settimana affinché le nuove macchine amministrative vengano messe a punto, passano i mesi, arriva l’estate, i cantieri non partono. Ancora non c’e’ nemmeno una disciplina che regoli il funzionamento dei consorzi, eppure , a seguire l’ordinanza che li costituisce, si e’ gia’ quasi fuori tempo! Ma di quali tempi si parla? Si passa di proroga in proroga e di concreto si vede veramente poco.
Che il problema siano i fondi disponibili l’hanno ormai capito proprio tutti. Quello che manca forse e’ un po’ di lucida onesta’ nei confronti dei cittadini stanchi di essere raggirati da chiarimenti ufficiosi poi smentiti o rinvii indeterminati. Che ognuno possa sapere, una volta per tutte, se si avra’ diritto a qualcosa oppure no, quando con certezza ci saranno i fondi e con quali modalita’ (il problema riguarda la miriade di seconde case di residenti e non, in tutto il cratere). Si potra’ lucidamente valutare cosa fare delle proprie abitazioni, se abbandonarle ad un destino di ruderi a perenne memoria del sisma, se recuperarle in parte con le proprie forze magari semplicemente ripristinando l’ante (chiaramente senza aiuti non si possono imporre pesanti opere di consolidamento in nome delle norme antisismiche!). Qualcuno, un numero consistente, probabilmente non tornera’ più; perché investire in un deserto senza prospettive di ripresa?
Il quadro e’ desolante, ma la realta’ e’ questa purtroppo. Tra poco sara’ Pasqua, non ci saranno turisti che apriranno le loro case per trascorrere momenti unici nei borghi aquilani riscoprendo tradizioni e bellezze del territorio, non ci sara’ sostegno all’economia dell’area, purtroppo legata indissolubilmente, ora più che mai, a questo indotto del quale ancora non si capisce l’assoluta necessita’.
Sabina Cavina