Fatti non parole, concretezza non promesse! Chiarezza, questo si chiede, chiarezza normativa, procedurale, operativa ma soprattutto finanziaria! Se non si definisce finalmente la copertura prevista, se non si quantifica quanto ciascun comune avra’ a disposizione, quando, la parola ricostruzione sara’ solo un vuoto contenitore privo di qualunque prospettiva. Se il pagamento dei C.A.S. (contributi autonoma sistemazione) e’ fermo a Luglio (ed e’ stato possibile solo grazie ad anticipi di cassa perché in realta’ solo il mese di Aprile e’ stato rimborsato alle amministrazioni), se non sono arrivati i fondi promessi a integrazione dei mancati introiti dovuti alle sospensioni dei tributi dopo il 6 aprile, se e’ solo stato dato un misero anticipo per provvedere ai contributi diretti per la ricostruzione, come può funzionare una macchina che dovrebbe avere il suo motore proprio nelle amministrazioni comunali? Se poi gli uffici tecnici sono sotto organico a fronte di una normativa poco chiara e lacunosa, come si può ricostruire? Se dopo dieci mesi ancora non e’ chiaro cosa si debba intendere per centro storico, chi e’ dentro e chi fuori, se bisogna costituire aggregati e consorzi o se questo appartiene ad un futuro dai contorni indefiniti, se non si sa ancora chi ha diritto a cosa, come , quanto e quando, quali sono le prospettive per questa zona? Senza considerare che il tempo smorza le passioni, costringe a prendere altre strade, spinge ad andare via se mancano le prospettive.
Il cratere rischia di diventare un deserto, dal quale si fugge, con dolore, a malincuore! Forse e’ questo l’intento! Demotivare, sfiancare, confondere fino a quando non ci si arrende e si passa oltre. Oppure si assiste ad una supina rassegnazione, fatta di incertezze, di precarieta’ e di confusione. Qualcuno gia’ sostiene che non valga più la pena di ristrutturare, di investire magari altro denaro, per una volta vien da dire ogni lasciata e’ “risparmiata”, non persa, in fondo quanto possono valere oggi gli immobili in questa area che al momento sembra non avere prospettive? Chiaramente questo vale soprattutto per i non residenti, i proprietari di seconde case, tutti coloro che ancora non hanno avuto chiarimenti in merito a eventuali contributi e in questi luoghi hanno investito i loro risparmi, hanno costruito dei sogni. Non ci sono case lussuose nei borghi dell’aquilano, ma abitazioni risistemate con fatica ed amore. Ma se queste persone non tornano, altre presto saranno costrette ad andarsene, come si può vivere in un posto, in un M.A.P. magari, provvisorio come dice il nome stesso, se intorno c’e’ solo rovina ed abbandono?
Al momento i piccoli centri del cratere sono stati lasciati indietro, sostenuti solo dall’iniziativa dei singoli, dalla tenacia di pochi, nell’oscurita’ di un limbo, tra color che son sospesi…..ma fino a quando si può continuare così?