Servirebbero due percorsi paralleli ma diversificati per la citta’ e per i borghi
Rubrica a cura di Sabina Cavina (http://ricostruirelucoli.blogspot.com)
Avete mai provato a guardare il cratere dall’alto dalla stupefacente prospettiva offerta da Google Earth? Si può volare sopra paesini e borghi, meglio non atterrare però, le immagini risalgono a prima del sisma e l’effetto e’ assolutamente scioccante.
Ma una cosa appare evidente, la delimitazione degli abitati, piccole macchie nel verde, ben definite. Chiaramente non c’e’ traccia dei villaggi che sono sorti in questi ultimi mesi ai margini dei paesi, dall’alto non si può immaginare lo sconcertante abbandono dei centri storici tra impalcature provvisorie e tiranti di sostegno, case semidistrutte ed altre lesionate.
Non si possono vedere cantieri, perché non ce ne sono, perché la ricostruzione non parte, perché ancora si discute e ci si interroga su come intervenire sui centri storici.
Si fanno riflessioni di ordine generale senza capire che le singole realta’ sono profondamente diverse e su ognuna di queste bisogna intervenire senza dover per forza rimanere dentro un contenitore uniformante che non può funzionare, che sembra fatto solo per rallentare i tempi.
Gli uffici tecnici non danno risposte, le pratiche languono inevase, la gente aspetta risposte che non arrivano.
Il problema?
I centri storici, ancora di questo si parla a più di dieci mesi dal sisma! Entro il 28 febbraio dovrebbe essere ultimata la definizione degli aggregati, ma in realta’ si e’ ancora in alto mare! Si profila l’ennesima proroga che rimanda all’infinito ogni possibile intervento? C’e’ persino chi dice che non vanno fatti per i centri storici ( eppure le Linee guida sembrerebbero chiare)! Ma tornando all’immagine di Google Earth, di quali aggregati si parla allora, di isolate case, di rimesse per animali, di qualche condominio nelle zone turisticamente più sviluppate? Gli abitati coincidono per lo più con i centri storici e la perimetrazione di fatto gia’ esiste così come una sorta di mappatura fatta proprio a seguito dei rilievi di agibilita’.
Si potrebbe avviare la ricostruzione in tempi veloci chiarendo solo alcuni fondamentali aspetti. Innanzitutto la definizione delle aree ristrutturabili (in molti borghi gran parte degli edifici e’ recuperabile e non si parla di palazzoni ma di case di un paio di piani) poi la copertura economica dedicata, ovvero l’ammontare effettivamente disponile, gli aventi diritto, le modalita’ di erogazione dei contributi, la qualita’ degli interventi di adeguamento sismico da eseguire obbligatoriamente, la verifica sullo stato delle infrastrutture di urbanizzazione (molto diverso da zona a zona, ci sono aree che non presentano problemi particolari) e chiaramente una pianificazione dei cantieri che, vista la struttura viaria, non possono coesistere in numero eccessivo perché renderebbero impraticabile l’area.
Nel cratere, esclusa L’Aquila, la media di seconde case di residenti e non residenti e’ superiore al 50% del patrimonio abitativo, con picchi anche del 70% nelle zone a più alta vocazione turistica. In parole povere e’ il motore economico della zona che e’ fermo, paralizzato! Parlare di ricostruzione in queste aree significa affrontare chiaramente questa realta’ fornendo inequivocabili indicazioni procedurali e risposte certe a tutti i dubbi che ancora riguardano l’interpretazione di una normativa che presenta numerose contraddizioni.
I paesi potrebbero essere ricostruiti in tempi decisamente più rapidi rispetto alla complessita’ degli interventi urbanistici nel centro di una citta’ come L’Aquila, potrebbero costituire quel volano all’economia del cratere rappresentato dal turismo e dal terziario unica ancora di salvezza di tutta la zona. Il patrimonio storico e paesaggistico potrebbe essere valorizzato, trasformato in risorsa.
Ma si continua a girare intorno a perimetrazioni, aggregati sì, aggregati no, centri storici che aspettano un’ordinanza fantasma da mesi, ci si perde tra le carte o si perdono incartamenti, tutto e’ fermo, tutto sta lentamente morendo.
In attesa dell’ennesima riunione degli amministratori locali con il Commissario delegato e con la Struttura tecnica di missione ci si chiede se finalmente usciranno delle risposte chiare e definitive o se si rimandera’ ancora a tempi da definire ogni concreto passo verso la ricostruzione!
Sabina Cavina