Voci dal Cratere (a cura di Sabina Cavina) – “Nella nebulosa delle seconde case”

Sabina Cavina cura il blog di Lucoli, http://ricostruirelucoli.blogspot.com

Dal decreto n.39 ad oggi…
Si propone una ricostruzione dei vari passaggi che si riferiscono, in particolare, alla controversa questione seconde case partendo proprio dal decreto n. 39 e successiva conversione:
Capo I, art 2 ” Le stesse ordinanze riguardano le persone fisiche ivi residenti, le imprese operanti….”, art . 3 punto e) “ricostruzione o riparazione di immobili diversi da quelli adibiti ad abitazione principale….”

Date le proteste, la manifestazione a Roma, il forte disagio della popolazione in data 15 giugno viene reso pubblico il seguente comunicato stampa: “Anche le seconde case ubicate nel centro storico dell’Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma saranno ricostruite a spese dello Stato. Lo precisa un comunicato di Palazzo Chigi che sottolinea come questa garanzia sia gia’ presente nel decreto legge a favore dell’Abruzzo all’esame del Parlamento. Ma sara’ richiesto anche il concorso dei proprietari, come gia’ avvenuto in occasione del terremoto in Umbria e nelle Marche. In sede di attuazione del decreto legge verra’ stabilito il concorso alle spese da parte dei proprietari, tenendo conto della loro situazione economica.”

Inizia quindi la pubblicazione delle ordinanze che regolano prima la ricostruzione leggera e successivamente la pesante. Inizia anche il balzello delle informazioni, il problema interpretativo, la difficolta’ nel seguire la normativa delle varie ordinanze:

Ordinanza n.3790, Ordinanza n.3779

Al p. 4 si legge: “copertura 80% e comunque non oltre 80.000 euro anche per la riparazione di immobili diversi da quelli ad uso di abitazione principale. Compete per una sola unita’ immobiliare ed e’ cumulabile al comma 3 (abitazione principale) solo se riguardante unita’ immobiliare non principale adibita all’esercizio dell’impresa o delle professioni”

Primo dubbio: la seconda casa del residente, che ha diritto al contributo se non gia’ richiesto per la prima abitazione che evidentemente non ha subito danni, e’ diversa in termini di proprieta’ da quella del non residente? Sempre di seconda casa si tratta (quindi non abitazione nella quale si risiede), sempre acquistata dal cittadino probabilmente con sacrifici, sempre utilizzata o come casa di villeggiatura o come reddito aggiuntivo. Sembra quindi poco costituzionale fare una differenza in questo senso tra residenti e non, tutti sono stati colpiti nei propri beni subendo eguale danno.

Iniziano i chiarimenti sul sito di Fintecna, da parte della Protezione Civile, sia sul Web che sulla rivista “L’Abruzzo e noi”.

http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Quesiti_completi_cittadini_comune.pdf

A precisa domanda se un non residente nel cratere proprietario di una seconda casa nel cratere avesse diritto al contributo, la risposta e’ stata sì nella misura dell’ 80% e non oltre gli 80.000 euro.

A domanda analoga, il 10 gennaio 2010, sul sito della Protezione Civile si trova una risposta del tutto simile. In questo caso la domanda era relativa a non residente con proprieta’ di un immobile classificato B o C in uno dei comuni del cratere.

http://www.protezionecivile.it/cms/view.php?dir_pk=395&cms_pk=15862&n_page=2

Infine da ricordare l’intervento di De Bernardinis, n. 2 della Protezione Civile, in un incontro con la popolazione di Assergi. Dal verbale della riunione emerge che a risposta sul diritto al contributo da parte dei non residenti la risposta e’ affermativa. Sussiste questo diritto.

http://assergiracconta.altervista.org/archivioNews.php?page=1&id=378

Vale la pena ricordare che anche sul sito del Comune de L’Aquila, tra le FAQ era apparsa la stessa notizia.
Tutto questo per ricostruire, andando direttamente alla ricerca delle fonti, il percorso tortuoso della questione seconde case e ricostruzione.
La domanda a questo punto e’ una sola: c’e’ stata da qualche parte una carenza di informazione o si e’ giocato sulla pelle del cittadino? A quale scopo indurre tanti proprietari di seconde case a produrre incartamenti e consegnare domande, ora imbrigliarli nella normativa sui consorzi dopo averli costretti a rispettare tempistiche affidandosi a tecnici e mobilitando ditte con le quali si sono impegnati, quando a domanda precisa di un sindaco del cratere martedì 26 gennaio a Rocca di Cambio la domanda veniva elusa dall’Arch. Gaetano Fontana con una confusa risposta che non ha fatto altro che aumentare dubbi ed incertezze?
Vale la pena ricordare che la ricostruzione dei centri storici e dei borghi del cratere e’ possibile solo includendo le seconde case che costituiscono la percentuale più elevata delle abitazioni ivi presenti e che senza una adeguata copertura finanziaria ad hoc questi paesi non potranno essere recuperati mai. Chiaro deve essere il quanto, il quando ed il come, altrimenti ben pochi saranno i cantieri che sara’ possibile avviare. Sorge anche legittima una domanda. Che si voglia, in qualche modo, dissuadere il cittadino imbrigliandolo in una burocrazia ed in un burocratese a dir poco incredibili?

A fronte delle scadenze prossime su aggregati e consorzi si può sperare in una risposta chiara, ufficiale, definitiva che sia inattaccabile ed a norma di legg.