Anche quest’anno saranno “TerreMutate“.
E anche questa volta chiameranno a raccolta tutte le donne d’Italia.
“Venite all’Aquila”. “Vediamoci ancora una volta qui“. “Venite a vedere questa città ferita”.
L’invito si rinnova sabato 18 e domenica 19 maggio. Quattro anni dopo quelle 3 e 32 del 6 aprile 2009. Due anni (era il 7 maggio 2011) dopo quel primo “non anniversario” che fece arrivare ai piedi del Gran Sasso e tra le rovine del quinto centro storico più grande d’Italia decine di donne da tutto il Paese per discutere di ricostruzione, di progetti al femminile, di “città delle donne”, di “case delle donne”.
“Tornate all’Aquila”. Per vedere cosa è cambiato. E cosa invece resta sempre uguale.
Le “TerreMutate” sono ancora lì. Ma intanto sono diventate un’associazione e il progetto di una Casa delle donne nella città rischia di diventare realtà. Il Comune ha dato l’ok. Presto anche gli spazi. Sabato e domenica le “TerreMutate” faranno visitare le “stanze” della “Casa”. E poi racconteranno.
Del terremoto, certo. Di come lo vivono ancora oggi le donne dell’Aquila. Della violenza che ancora stravolge le loro vite. Anche quella di genere. Che la scossa del 6 aprile ha reso più forte.
Ma negli incontri ci sarà spazio per la speranza, il futuro, i progetti, i sogni, la bellezza. E le storie delle altre donne d’Italia, che sull’esempio delle “TerreMutate” hanno ideato luoghi e realizzato altre “case delle donne”.
Anna, Simona, Nicoletta, Serenella,Agnese, Barbara, e tutte le altre.
Mi sembra di sentire le loro voci. Cariche di forza, passione, energia, entusiasmo. Ma anche di dolore e rabbia.
Andate all’Aquila. Ascoltate le “TerreMutate”.
Sentite ciò che da 4 anni queste instancabili donne fanno per la loro “città femmina”.
Guardate come brillano i loro occhi mentre vi accompagnano per l’ennesima volta con il caschetto in testa tra le rovine di palazzi e case tenute su da impalcature ormai invecchiate. E immaginate di vivere in una città che vi hanno strappato bruscamente una notte e che da 4 anni non vi vogliono più ridare.
Provate a sentire la loro frustrazione nel non avere risposte, nell’essere ricordati solo il 6 aprile di ogni anno, nel sapere che la vita in quella città è cambiata per sempre. E ammirate la forza, la tenacia, l’orgoglio nel continuare, ancora 4 anni dopo, a credere con tutta l’anima che invece “L’Aquila tornerà a vivere”.
Andate all’Aquila. Portateci i vostri figli. E tornateci ogni volta che potete. Ci lascerete un pezzo di cuore. A me è successo.
(Per L’associazione TerreMutate scrivete a laquiladonne@gmail.com)
(Per un giro virtuale con le “TerreMutate”, riguardate il docuweb de La 27Ora “Le (r)esistenti“)
di Claudia Voltattorni , da Corriere.it