La ricostruzione e il teatrino delle proroghe: lettera aperta di un cittadino

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore.

A: Presidenza  Ordine degli Ingegneri

Struttura Tecnica di Missione
Att.ne Gaetano Fontana

Per Conoscenza: Procura della Repubblica
Redazione 6 Aprile 2009

L’Aquila 22 Agosto 2011
Dott. Fontana, Egregio Presidente

In queste ultime settimane ho assistito, attraverso la stampa ed internet,  all’intenso dibattito su come “accellerare” la ricostruzione della nostra citta’. Dibattito che temo, limitatamente a ricostruzione pesante fuori dal centro storico, anticipi l’ennessimo posticipo per il termine  entro il quale devono essere  presentati i progetti degli edifici classificati “E”. Il dibattito punta spesso l’indice contro la filiera FINTECNA- RELUISS-CINEAS ma omette di discutere sull’avvio di questa filiera: la presentazione dei progetti da parte dei professionisti incaricati.

Per non sottrare prezioso tempo alla vostra instancabile opera a favore della ricostruzione vengo subito al punto: esistono limiti temporali per l’esecuzione dei lavori, esistono limiti temporali per il rientro nelle abitazioni e la cessazione dell’assistenza, esistono limiti temporali per l’avvio dei lavori a fronte della concessione dei contributi. Non esiste alcun limite, obbligo o indicazione per i professionisti  incaricati di presentare il progetto.

Paradossalmente nel guazzabuglio di limiti, divieti ed indicazioni contenuti nelle ordinanze gli unici attori ad avere le mani libere e a non essere assoggettati ad alcun limite sono i professionisti  che assumono l’incarico di presentare un progetto di ristrutturazione. Il limite fissato dalle ordinanze non rappresenta nulla, purtroppo queste date sono scritte sulla sabbia, e vengono spostate continuamente in avanti, ad oggi presumo che, sulla base della recente indagine condotta dalla STM,  il limite ultimo cui guardano i professionisti non sia prima di Giugno 2013.

Tutto cio’ ci porta alla curiosa situazione dove un professionista che ha accettato l’incarico di elaborare il progetto di ricostruzione pesante di un condominio,  alla domanda, presumo leggittima: “Ingegnere ma quando presentiamo la domanda?” Possa rispondere senza timore alcuno:  “quando finiamo presentiamo, date non ne posso dare”. Purtroppo e’ la mia esperienza personale, quindi non una situazione ipotetica, ma reale.

Su questa situazione si riscontra, a mio modesto parere, un secondo paradosso: ordini professionali ed STM dibattono, anche polemicamente, a lungo e si rimpallano responsabilita’. Dopodiche’ in prossimita’ della scadenza fissata dalle ordinanze gli ordini rappresentano la difficolta a consegnare entro I limiti stabiliti e la SGE gentilmente concede una proroga. Si ricomincia quindi con le polemiche.

Nel mezzo il cittadino che vede estendersi, nella indiffernza e arronganza generale, i suoi disagi e difficolta’.

Questo circolo vizioso, questo reciproco accusarsi ed assolversi avviene sulle spalle dei cittadini e della fiscalita’ generale. Infatti, prolungare I periodi di inagibilita’ degli edifici,  ha un costo e non banale per la collettivita’. Ogni mese di progroga che vi concedete e’ anche, ma non solo, una difficolta ulteriore alla gia’ difficile situazione nazionale.

Questo malsana situazione va interrotta ma innanzitutto dovrebbe essere esaminta dall’ autorita’ giudiziaria perche’ crea un danno all’erario, un danno ai cittadini e potrebbe essere strumento di pressione per interessi non ancora identificati. Pertanto di qesto circolo vizioso  se ne dovrebbe occupare in via cautelativa la Procura della Repubblica che si trova in copia a questa lettera aperta.

La prossima scadenza e’ fissata al 30 Agosto 2011, smentitemi, non concedetevi altre proroghe e nel caso cio’ non fosse possibile chiedetevi quanta credibilita’ avete o pensate di avere nel prorogare un limite che vi eravate auto assegnati non piu’ tardi di due mesi fa’.

Se la risposta sara’ onesta  le vostre dimissioni dovrebbero essere immediate.

Fortunatamente, alcuni grossi condomini hanno avviato i lavori e quindi e’ ipotizzabile che queste continue proroghe non sono da ascriversi a “buchi” normativi, quanto, probabilmente,  all’assunzione di  incarichi oltre la propria capacita’ professionale e, da non escludere, alla inadeguatezza professionale degli attori coinvolti.

Per chiudere vorrei urlarvi che fissare scandenze fittizie ben sapendo che non potranno essere  rispettate e’ indegno, facendo cosi prendete in giro la popolazione colpita dal sisma, ne prolungate le sofferenza ed i disagi e questo  non vi rende migliori di chi, quella notte, rideva.

Cordialmente

Francesco Ranieri