(riceviamo e pubblichiamo)
Siamo un gruppo di giovani aquilani che si e’ trovato a vivere, ogni giorno da quel 6 aprile di due anni fa, situazioni di disagio crescente.
Oggi l’ultima di una lunga serie. Una nostra collega che, nonostante tutto, ha deciso di dare nuova linfa a questa citta’ mettendo al mondo un bellissimo bimbo si e’ trovata a vivere una situazione a dir poco allucinante. E’ stata chiamata dall’amministrazione dell’ospedale San Salvatore che le ha comunicato che la prevista ecografia ai reni, di routine in tutta Italia e prenotata gia’ da più di un mese, non sarebbe stata fatta al suo bambino per carenza di personale. Alle sue rimostranze e’ stato suggerito di avvisare del ‘disservizio’ la stampa o la direzione generale sanitaria.
Ma questo non e’ un disservizio questo e’ solo uno dei tanti sintomi di una citta’ e di un paese che stanno morendo; di un paese dove lo stato non e’ più garante di nulla: né della salute, né dell’istruzione, né della giustizia. L’Aquila e’ una citta’ che sprofonda ogni giorno di più e dove il terremoto continua a fare danni ancora oggi per l’incuria di politici e amministratori che non si curano della cosa pubblica ma solo del loro tornaconto personale.
Questa e’ la deriva di un paese in cui la morale non e’ più un valore e le uniche leggi vigenti sono il denaro e la furbizia.