Sara’ Brontolo, il più scorbutico del Sette nani, il nuovo amico dei bambini dell’Aquila. “Brontolo si lamenta sempre, protesta, si arrabbia. I piccoli della scuola materna, attraverso di lui, riusciranno a parlare dei loro problemi e delle loro piccole angoscie”. Cristina Milani, psicologa, ha cominciato a lavorare nelle scuole materne di Barisciano e di Poggio Picenze. “Siamo in dieci, noi psicologi dell’Apaq (Associazione psicologi dell’Aquila, che conta quaranta soci) impegnati nelle scuole materne ed elementari. Assieme abbiamo preparato il progetto “Lavorare sulle emozioni”. Poi ognuno di noi ha scelto il suo metodo. Io ho pensato a Brontolo. Si comincia così: perché Brontolo e’ sempre arrabbiato? Cosa gli e’ capitato? Il lavoro e’ appena iniziato, anche perché a gennaio spesso le scuole sono state chiuse per neve, non sempre i bambini sono stati portati a scuola. Nella mia materna i piccoli vivono ancora un momento speciale, perché siamo ancora agli inizi e sono contenti perché gli asili sono più belli di quelli di prima e soprattutto perché si trovano assieme ad altri bambini e non più chiusi in container o piccoli appartamenti con famiglie troppo allargate. Se piangono, e’ perché, come succede in tutte le materne nei primi giorni, le mamme, dopo averli portati a scuola, se se ne sono andate. Nei prossimi giorni, con l’arte-terapia e la musico-terapia, riusciremo a lavorare sulle loro emozioni. Non ci sara’ nemmeno bisogno di parlare di “terremoto”, che gia’ e’ stato tanto presente nelle loro giovanissime vite”.
Nel progetto sono coinvolti anche i genitori. “Con loro non c’e’ bisogno di evocare il nostro Brontolo. Mamme e papa’ vivono una situazione difficile. In questi paesi tanti si sono arrangiati, cercando una sistemazione in grandi container e riunendo assieme nonni e suoceri, zie e zii e parenti vari. Le mamme si sentono impotenti, perché il loro rapporto diretto con il figlio viene negato. Anche le piccole cose sono importanti. “Non riesco più a cucinare per il mio bambino”. “Non riesco più a mandarlo a letto alle 9 della sera. Dice che il nonno gli ha dato il permesso di restare alzato”. Insieme ai genitori discutiamo di come ripristinare regole precise. Assieme alle case, con il terremoto, sono scomparse anche le abitudini, così utili all’equilibrio di una famiglia. E poi ci sono le difficolta’ pesanti. Mamme che arrivano da Roseto degli Abruzzi per portare i figli a scuola e poi andare al lavoro. Papa’ che accompagnano i figli e poi iniziano una giornata vuota perché in cassa integrazione. E quel terremoto che non si allontana. L’altra sera alle 22.30 e’ arrivata una scossa di magnitudo 3,6, e chi era nella casa di prima dichiarata agibile e’ comunque scappato, alcuni hanno dormito in macchina. Il giorno dopo genitori assonnati portavano a scuola bambini che quasi non avevano chiuso occhio”.
Cristina e gli altri dell’Apaq hanno cominciato a lavorare ma ancora non sanno se saranno pagati. “Il contratto ancora non c’e’. Ma non potevano aspettare ancora: i bambini e i genitori hanno bisogno di un aiuto psicologico. Ripeto il mio appello. Se qualcuno ha carta e pennarelli, lavagne luminose o proiettori che non usa, li mandi a noi. Abbiamo bisogno di tutto”.