Testimonianza: cosa faremo se il Comune non pagherà il contributo diretto?

Miracoli italiani, o realta’ di una citta’ che rischia una lenta agonia ?

Riunione di condominio, classificato B, nei pressi del centro dell’Aquila.
Sono stati necessari mesi per poter inviare la richiesta, e finalmente e’ stato rilasciato il contributo definitivo. Ma solo per il condominio. Per i singoli appartamenti e’ disponibile il provvisorio, dopo quasi 2 mesi dalla presentazione delle domande.
Si potrebbero avviare i lavori, ma proprio in riunione l’ennesimo problema. La ditta incaricata ci fa sapere che dovremmo modificare il contributo richiesto, da diretto ad agevolato, perché anche se non avrebbe problemi ad attendere qualche mese il pagamento da parte del Comune, si dice certa che i tempi  saranno molto maggiori: “il Comune dell’Aquila non ha un euro in cassa”.
L’assemblea e’ favorevole alla richiesta, ma ci sono dubbi che sia possibile eseguire adesso  il cambiamento, avendo gia’ ottenuto il contributo definitivo.
In attesa delle verifiche da parte dei tecnici incaricati, alcune domande sorgono spontanee:

Cosa faremo se la ditta si tirera’ indietro, impossibilitati a ricostruire il condominio nei 6 mesi fissati per il completamento dei lavori, e stessa scadenza delle agevolazioni per l’autonoma sistemazione?
E più in generale, come si spera di ricostruire una citta’, ancora capoluogo di regione, se non si ricostruiscono nemmeno le abitazioni B e C, che di certo non rappresentano il grosso dei finanziamenti richiesti?

Sono anche questi miracoli del paese Italia, o sono l’ennesima riprova che per questa citta’ si e’ pensato soltanto a spendere troppo con il progetto C.A.S.E. (per accontentare, momentaneamente, solo una parte della cittadinanza), e con l’assistenza in albergo, ed oggi non sono nemmeno disponibili i soldi per le abitazioni più semplici da riparare. Ancora ricordo le parole del presidente Silvio Berlusconi, quando diceva che sarebbe stato sufficiente 1 mese per queste abitazioni…
Non riusciamo a comprendere come si possa prendere in giro i cittadini che non hanno più una casa, con ordinanze e gestione delle richieste che sembrano fatte ad arte per rinviare la ricostruzione; organizzando summit internazionali senza alcun ritorno pratico, sperperando senza controllo per  l’emergenza e non aver nemmeno quel minimo di finanziamento necessario per le abitazioni B e C, o per le opportune esenzioni sulle tasse o per la zona franca.

Ci dicano come pensano di poter ricostruire questa citta’.

Forse con continui slogan elettorali a reti unificate, finché tutti saremo convinti che la citta’ e’ stata ricostruita, il centro storico riaperto, e tutto il resto dovuto alla nostra immaginazione?