L’Aquila: il Centro Storico, il nostro cuore

Dal ilCapoluogo.com, una riflessione di Vincenzo Vittorini

Una citta’ senza il suo, il nostro centro storico e’ come un essere umano privo di cuore: e’ freddo,insensibile alle emozioni. Un corpo senza il cuore e’ senza vita. L’Aquila senza il suo centro storico,il suo cuore,non potra’ tornare a vivere.

Dopo sette mesi e mezzo da quella tragica notte, con Federico, mio figlio, sono tornato nel nostro centro storico riaperto parzialmente a noi aquilani dopo le opere di messa in sicurezza. Ebbene partendo dalla villa comunale, a noi due cara perché rappresenta il quartiere dove viveva felicemente la mia famiglia,e ripercorrendo quelle strade che avevo percorso con Claudia e Fabrizia il pomeriggio di sabato 4 aprile insieme a due nostri cari amici in direzione piazza duomo e che ora ho percorso con l’angoscia nel cuore solo con Federico, ebbene dicevo dentro di noi c’era la gioia di ripercorrere le strade del nostro centro storico,il cuore della nostra citta’, ma e’ stata una gioia resa “agghiacciante” dal contesto.


Ci e’ sembrato infatti di percorrere una lunga “via crucis”,una lunga processione carica di tristezza fino ad arrivare a piazza Duomo per poi proseguire lungo i portici verso S.Bernardino e poi attraverso porta Leone verso via Strinella e da li risalire verso Collemaggio e poi di nuovo verso la villa. Era pomeriggio,verso le 17.30 e le strade rese buie e tetre dalle poche luci e dalle imponenti strutture di protezione erano “piene”di gente,pochi aquilani,la maggior parte curiosi,turisti del terremoto che fotografavano la “novella Pompei” del 2009. Dentro di noi e’ salita forte la rabbia e la tristezza per ciò che vedevamo.

I pochi aquilani in giro camminavano piano per gustare ogni attimo di quella presenza nelle nostre strade,tra le nostre case,i nostri negozi,mentre gli “stranieri”camminavano veloci armati di macchinette fotografiche e rubando i nostri scorci,le intimita’ del nostro cuore ferito,ma non morto. Tutto ciò ripeto ferisce molto di più del dramma che tutti noi Aquilani stiamo vivendo. E comunque con Federico ci siamo ripresi quella passeggiata che ci mancava ormai da tanto,troppo tempo e parlando,riflettendo abbiamo cercato di farci venire qualche idea per rendere questo percorso non una processione triste e fredda ,ma qualcosa di vivo e vitale. Altrimenti e’ inutile aver riaperto questo tragitto all’interno del nostro cuore.

Blindiamolo allora per tutto il tempo che serve a ricostruirlo. Invece no! Allora rendiamo queste strade di nuovo vive permettendo alle attivita’ di riaprire laddove e’ possibile per riportare in questi luoghi la quotidianita’, il chiacchiericcio del passato prossimo che deve essere il nuovo presente. Un plauso,per me, merita in questa ottica la Carichieti che ha riaperto pur tra mille paure nella sua sede nel palazzo della ex Standa. Facciamo in modo che queste strade, se veramente in sicurezza, possano essere fruite dai nostri ragazzi per lo struscio serale perché penso sia meno alienante rispetto alla realta’ che si vive nel nuovo punto di aggregazione dell’Aquilone. Per fare ciò c’e’ bisogno di rivitalizzare queste strade con bancarelle, luci, colori, musica che ci rendano di nuovo familiari quelle zone della nostra

L’Aquila. Federico, ma penso sia il pensiero di molti ragazzi,vorrebbe tornare a camminare con i suoi amici nel suo centro,però vivo e reso ancora più vivo dalla presenza dei nostri ragazzi. Non dimenticherei che proprio grazie al coraggio dei nostri ragazzi, alla loro voglia di normalita’,di vita, di aggregazione la chimera della riapertura delle scuole si e’ trasformata in una splendida realta’ che sta tirandosi dietro il ritorno di tutti noi aquilani nella nostra citta’,anche sobbarcandoci enormi difficolta’ e fatiche. Ma L’Aquila sta riempiendosi di nuovo e, a guardare meglio, il caos dei primi giorni di ottobre sembra un ricordo ed in questo noi aquilani stiamo tutti facendo un grande sforzo per far si che la nostra citta’ sia di nuovo vissuta e vivibile.

Riaprire le strade del centro ha senso se allo stesso tempo vi togliamo il senso di morte che inesorabilmente c’e’. Allora riaccendiamo queste strade con colori,con luci non tetre per far si che laddove si passi la tristezza piano piano lasci il posto alla speranza di un nuovo domani. Facciamo in modo che questi “circuiti” appena riaperti siano il volano della nostra ripresa;riportiamo la voglia di vivere,di fare,di rinnovare,ma anche di continuare tutto ciò che il mostro di quella notte ha tentato di strapparci.

Ma non ci e’ riuscito come non e’ riuscito a interrompere,distruggere,annientare l’enorme AMORE che io e Federico abbiamo ed avremo per le nostre stelle, Claudia e Fabrizia,che da lassù ci incitano ad andare avanti anche per loro. Riaprire il centro senza ridargli la vita di tutti i giorni non ha senso,allora sarebbe meglio tenerlo chiuso fino a lavori terminati. Ma sarebbe una sconfitta enorme per tutti. Ed allora cerchiamo tutti di abbellire queste strade piene di queste enormi ma fredde opere per la messa in sicurezza con luci,colori,piante,per far si che ognuno di noi che ci torni a passeggiare,a vivere possa riaprire il cuore alla vita.