Testimonianza: come va la ripresa a l’Aquila?

Da una lettrice

Una cara amica mi chiedeva: “Come va la ripresa a l’Aquila?”.
Mi conosce come una donna risolutiva, nonna di 2 bambine e di una signorinella che ha da poco lasciato le scuole dell’obbligo per decidere che cosa fare da grande!
Tante aspettative per i giovani, meno per noi che non abbiamo più il tempo anagrafico per ripercorrere la strada giusta per un futuro dignitoso.


Soltanto fino al 5 aprile la mamma delle due bambine, nonché mia figlia Cristina, laureata in psicologia infantile, molto faticosamente, ma con grande grinta, stava tentando di aprire uno studio di collaborazioni mediche; aveva intrapreso questi studi, motivata da una forte spinta comunicativa nei confronti del prossimo.
Proprio in piazza d’Armi, “famosa” come principale comunita’ post-terremoto, dava il meglio di se, organizzando le giornate ai bambini, comprese le sue, mettendo a disposizione il suo bagaglio professionale accresciuto dalla triste esperienza.
La osservavo, colma di soddisfazione come solo una mamma sa essere, trovandola in perfetta sintonia con quell’obiettivo che si era posta fin dall’adolescenza!
Ebbene, sono passati sei mesi, l’Aquila a fatica sta ripartendo, soltanto Cristina non riesce a decollare come sogna.
Abbiamo esultato, quando e’ stata chiamata per supervisionare l’attivita’ in un nido comunale, pensando che uno squarcio di sole si fosse posato sulla sua positiva testolina, invece falso “allarme”:  dovra’ supervisionare senza essere remunerata, il lavoro svolto da altre ragazze assunte per l’occasione dalla Capitale.

Questa illogicita’, nonostante la nostra comprovata dignita’, ci toglie quella voglia di vivere di cui a stento, ci vorremmo riappropriare.

AIUTATEMI A CAPIRE PERCHE’, NEMMENO IN UNA CIRCOSTANZA DEL GENERE SI RIESCE A MANTENERE UNA GRADUATORIA DEI PIU’ BISOGNOSI, CALPESTANDO COSI’, ANCORA UNA VOLTA LE LORO LEGITTIME ASPETTATIVE…………AIUTATEMI VI PREGO, SONO UNA MAMMA DISPERATA!!