L’Aquila – tendopoli in smantellamento e gestione emergenza

L’opinione di Cittadini per i Cittadini

E’ sconvolgente vedere che, dopo oltre 5 mesi di tende (record assoluto) per restare nel proprio territorio, si debba trattare i nostri cittadini con l’abbandono perche’ non hanno accettato destinazioni lontane.
Gli irriducibili di Piazza d’Armi hanno firmato un foglio dove scrivono testualmente:


L’Aquila,  22 settembre

Campo di piazza d’Armi. Rimasto abbandonato a se stesso ed alla piccola comunita’ Aquilana, composta da decine di persone, senza mangiare e con servizi igienici funzionanti e sporchi; come se vivessimo in un degrado del terzo mondo, senza fare una vita dignitosa. Comporta vivere un disagio che non si può descrivere.

Questa sera siamo stati con loro per fare un’assemblea cittadina e abbiamo mangiato insieme a loro riso e salsicce preparati da noi. E’ stato il primo campo smantellato e ci ha colto tutti alla sprovvista, ma ieri queste persone sono venute a dare la loro esperienza nel campo di Acquasanta che stanno smantellando in questi giorni con le stesse modalita’: decisioni da prendere in 24 ore per destinazioni lontane, trattati come oggetti. Superando ostacoli e difficolta’ abbiamo fatto anche lì un’assemblea, che siamo riusciti a far riprendere interamente dalla troup di Ballarò.

Al termine di essa i residenti al campo hanno aderito al documento di Collemaggio, ma con qualche aggiunta di solidarieta’ in particolare con le persone di Piazza d’Armi abbandonate e con la decisione di riconsegnare le destinazioni lontane.

Tutti richiedono abitazioni in zona, anche provvisorie e presenteranno le loro richieste sia alla Protezione Civile che al sindaco martedì mattina giorno della consegna del Piano C.A.S.E. per un solo 35% rispetto al numero di tutti gli appartamenti da consegnare. Anche dopo l’intera consegna, solo per le case dichiarate gravemente inagibili o in zona rossa ci sono 9000 richieste esplicite di case ma gli alloggi saranno 4800 se requisiscono 1000 si arriva ad un totale di 5800 in tutto, ma le case meno danneggiate non sono state messe a posto per le numerose ordinanze caotiche e lacunose.

Il 29 e’ anche il giorno di compleanno del Presidente Berlusconi.

Riflettendo su tutto ciò viene da pensare che le spese sostenute per l’assistenza ai cittadini negli alberghi e nelle tende da maggio a settembre sono state di ca. 308 milioni di euro ed a parita’ di spesa potevano essere allestiti ca. 6.200 MAP per 21.000 cittadini insediabili con un utilizzo temporaneo di terreno di 95 ettari, mentre il territorio requisito per la realizzazione del Piano C.A.S.E. si quantifica in un totale di 130 ettari per le piastre sovradimensionate. Una scelta di questo tipo affiancata alla requisizione di case sfitte e al tempestivo avvio della riparazione di case meno danneggiate avrebbe permesso, a fine settembre, il rientro di un maggior numero di cittadini e, con una maggiore attenzione alle opportunita’ di lavoro annessa ad un eventuale salario sociale per i più bisognosi, si sarebbe anche favorita meglio la ripresa economica e non si assisteva a questa doppiezza di atteggiamenti e dunque di informazione.

Ora, invece, la trappola del nostro territorio e’ innescata.

Cifre astronomiche vengono spese per la costruzione, per gli appalti di ogni tipo e per gli alberghi con una apparente abbondanza per gli aquilani che, non avendo piena sistemazione né ricostruzione, passano per gente incontentabile.

Una beffa paradossale