Dai comuni: Lucoli, una testimonianza ed un appello

Riprendiamo e pubblichiamo un commento inserito da Sabina, che sta curando il blog del comune di Lucoli, e relativo alla ricostruzione delle case dei non residenti.

3 settembre,

sono passati ormai cinque mesi, l’autunno e’ alle porte, la desolazione incombe come un macigno sulle tante piccole realta’ montane annientate dal sisma (e non parlo solo di Lucoli).  La cosa che colpisce di più e’ che tutto tace, sembra quasi che non si voglia affrontare la realta’, che si metta la testa sotto la sabbia ….. aspettando cosa? Che magari il fortunato vincitore del sei al superenalotto elargisca una copiosa donazione per la ricostruzione dei piccoli borghi abruzzesi?

Quanti si sono gia’ scontrati con l’impossibilita’ di poter pensare a recuperare le proprie case? Quanti stanno dicendo addio ad una parte della propria vita rimpiangendo i tanti sacrifici fatti per costruirsi un rifugio?

Quanti stanno svuotando le case facendo propria la convinzione che non torneranno più? Molti, se non tutti temo.

E perché mai, si chiedera’ il legislatore!!!!

Perché non si può ricostruire con le premesse attuali, non lo può fare il residente perché la sua casa e’ circondata da non residenti, non lo possono fare questi ultimi perché su quelle case avevano gia’ investito quanto avevano e non possono , adesso, affrontare completamente di tasca propria 80.000 euro di lavori per il recupero di un’abitazione che sì amano ma nella quale non abitano stabilmente e che comunque non recuperera’ mai il valore sul mercato di quanto vi si e’ investito (gia’ prima del sisma il mercato immobiliare in molte aree non era certo in forma smagliante, se una casa prima valeva 70 ,e’ forse praticabile spenderne altri 70 con grandi sacrifici per un controvalore che nei prossimi dieci anni sara’ forse di 40?).

E allora? Quale scenario ci riserva il futuro?

Paesi fantasma, abbandonati, semidistrutti, emigrazione dei residenti verso zone che offrono nuove prospettive ( soprattutto i giovani), tracollo dell’economia locale, dal turismo al terziario. Ma perché di questo se ne parla solo su qualche blog?

Perché spesso proprio i non residenti sono i più attivi quando chi paghera’ maggiormente questo stato di cose, purtroppo, sono proprio i locali?
Questo e’ un disperato grido di aiuto……….che qualcuno finalmente si renda conto ed ascolti!

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