Da Bagno Piccolo – la “peggior razza abruzzese” è l’aquilano ?

Buongiorno,

mi chiamo Giacomo e sono un abitante di Bagno Piccolo, frazione di L’Aquila.

Ormai sono trascorsi più di 4 mesi e la pazienza comincia ad essere in riserva . La motivazione la vorrei dare sotto forma di domande:

1) La mia casa e’ stata classificata “E”, da buttare giù e ricostruire; sull’ordinanza c’e’ scritto che bisogna compilare un modulo, allegando la perizia giurata di un geometra di fiducia e il preventivo di una ditta.  Il problema e’ che visto che io abito a L’Aquila da qualche anno e non conosco nessuno, devo chiamare un geometra qualsiasi e una ditta qualsiasi; per me va bene, ma non mi sembra giusto che a casa del vicino vada a fare la perizia il fratello dell’amico che si conoscono da tanti anni ecc. ecc.; poi a me faranno una valutazione e a loro completamente diversa, sicuramente piu’ alta; voi che ne pensate?

2) Il nome Bagno Piccolo non e’ stato mai mensionato, in 126 giorni mai mai mai, eppure e’ stato distrutto almeno il 40% del paese, attualmente quasi completamente disabitato; e’ possibile fare delle riprese o qualcosa per mettere in evidenza anche questo paesino?

3) Dopo 120 giorni di autonoma sistemazione non ho ancora ricevuto un euro; non sto morendo di fame ma comunque mi sto rompendo di tante cose; mi hanno fatto compilare e consegnare una montagna di moduli, ma fin’ora e’ solo quello.

4) Ultima cosa, più passano i giorni e più la gente della costa parla male degli aquilani “maleducati, montanari, approfittatori ecc.”; e vi posso assicurare che e’ vero; aquilani che pretendono menu di pesce a loro scelta, nonostante gli venga tutto pagato; da qualsiasi parte pretendono sconti o addirittura regali; aquilani giovani e baldi in albergo al mare e vecchi e bambini in tendopoli, mah! finalmente si stanno scoprendo le verita’ nascoste, “la peggiore razza abruzzese e’ proprio l’aquilano”.

Grazie per l’attenzione e spero di vedere pubblicato quest’articolo con qualche successivo esito.

Giacomo

N.D.R. Riguardo i quesiti indicati le risposte possono essere differenti, diamo il nostro parere personale:

Per il punto 1) consigliamo di fare delle domande a chi conosce (es. il vicino di casa), cercando di avere qualche riferimento utile. Molti aquilani si trovano nelle sue stesse condizioni, ed in queste circostanze più che pensare alla valutazione fatta ad altri abitanti, personalmente penseremmo a ripristinare l’abitazione nelle migliori condizioni possibili (che sia o meno da abbattere). Poi c’e’ sempre qualcuno (forse molti) che vedono nei terremoti delle opportunita’, ed ognuno e’ libero di agire con la propria coscienza.

Per il punto 2), sin dall’inizio abbiamo attivato dei link a dei blog dei comuni o frazioni più piccole, per andare incontro a queste esigenze di visibilita’, cercando in rete siti web e fotografie (come alcune riportate nella sezione Immagini).  Se ha delle foto di Bagno Piccolo, le invii per inserirle sul sito (come fatto ad es. per Roio Poggio). Il sito nasce anche a “futura memoria”, e la memoria la costruiamo oggi; fra alcuni mesi o anni non sara’ più possibile tener traccia di tante informazioni, immagini, o fatti che stanno accadendo in questo periodo.

Per il punto 3), e’ un problema che riguarda molti aquilani, che oltre a pensare in proprio alla sistemazione devono fare i conti con burocrazia e ritardi (a pensar male, diremmo che i soldi per la sistemazione autonoma non sono stati disponibili immediatamente come per altri settori, dove sono stati dirottati la maggior parte dei fondi, es. progetto C.A.S.E. ed alberghi sulla costa…)

Per il punto 4) non siamo completamente d’accordo. Conosciamo, come molti, tanti aquilani che sono oggi sulla costa e tanti che sono rimasti in citta’. I maleducati ecc. c’erano anche prima del terremoto, ci sono ancora e probabilmente stanno contribuendo negativamente all’immagine dell’Aquila e degli aquilani. Ma molti, riteniamo la maggior parte, sono solo famiglie che hanno fatto una scelta differente da chi e’ voluto restare, che oggi si stanno organizzando per rientrare e che potranno contribuire alla rinascita della citta’.  Vecchi, malati, bambini, sono sulla costa ed in citta’. Questa citta’, se vuol rinascere, ha bisogno di tutti, ovunque oggi siano. Noi crediamo che gli aquilani abbiano tanti difetti (volendo generalizzare), e che fino ad oggi il principale sia stato quello di farsi dire cosa fare, come farlo, e quando farlo (ma qui le colpe le diamo più alla classe politica aquilana e regionale, più che ai singoli cittadini, incapace di comprendere e rispondere adeguatamente ai bisogni della citta’ e degli abitanti, di programmare fin da subito la ricostruzione post-terremoto e di destare un minimo di considerazione nei confrondi del governo).

Fra alcuni mesi, quando calera’ completamente il sipario su questo continuo show mediatico, quando le promesse saranno state ufficialmente mantenute (qualunque sia la realta’), gli aquilani tutti si troveranno di fronte alla ricostruzione della citta’ (non solo delle abitazioni ma anche sociale) e soltanto da loro dipendera’ il futuro dell’Aquila,  e di tanti altri comuni. Servira’ inevitabilmente il contributo della maggior parte degli abitanti; quelli che lei ha descritto e’ molto difficile siano in grado di fare qualcosa di utile e, nel caso rappresentassero veramente gli aquilani nel complesso, possiamo sin da subito raccogliere tutto ciò che ci e’ rimasto e cercare un’altra citta’ in cui andare a vivere.