Tensione aperta tra le aziende dell’Aquila e della zona del cratere e quelle venute da fuori provincia e fuori regione per l’aggiudicazione degli appalti per la ricostruzione degli appartamenti ed edifici privati seriamente danneggiati e classificati E. Si tratta di affidamenti privati, cospicui, decisi dagli stessi proprietari ma in particolare dagli amministratori di condomini, per i quali non sono previste procedure pubbliche. Visto che siamo di fronte ad un affare di svariate decine di milioni di euro con molte ricostruzioni ex novo di strutture demolite, la competizione e’ serrata. Gia’ in questa prima fase con l’affidamento dei primi incarichi milionari, si e’ registrato più di un mugugno, soprattutto da parte di aziende ed imprenditori aquilani per alcune esclusioni, nel corso di tese assemblee di condominio, non motivate da questioni legate alla completezza della proposta progettuale e realizzativi. Con questo clima e’ facile ipotizzare il divampare di controversie legali. “Sta accadendo troppo spesso che, a parita’ di condizioni, condomini o rappresentanti di condominio hanno affidato il lavoro ad una ditta di fuori – denuncia un imprenditore della zona del cratere che vuole mantenere l’anonimato – .
Evidentemente, le aziende non aquilane hanno più argomenti extra professionali per convincere la clientela. Gli aquilani dovrebbero puntare alla qualita’ e alla professionalita’ per vedersi garantita una ricostruzione a regola d’arte e, nello stesso tempo, privilegiare le aziende organizzate del territorio colpito dal sisma”. Gli imprenditori hanno chiesto l’intervento delle associazioni di categoria.
Secondo l’associazione amministratori di condominio il fenomeno non viene registrato ed oltretutto non c’é una regola che prevede l’affidamento ad imprese aquilane a parita’ di condizioni. Ma intanto c’é l’intervento del presidente di Confartigianato Abruzzo, Angelo Taffo, che nel rivolgere un appello al commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, tese al reperimento di maggiori risorse per il rilancio della zona del cratere, ha rappresentato l’istanza di “guardare con occhio particolarmente attento alla ricostruzione della citta’ dell’Aquila, al fine di evitare che soltanto le imprese venute da fuori possano monopolizzare tali attivita’”. Un legale che parla anonimamente proprio per il clima che si e’ creato tuona: “Gli amministratori di condomini che sono diventati industriali – spiega – Si tratta di indennizzi, non di finanziamenti pubblici, e quindi un controllo se da parte della corte dei conti sarebbe auspicabile essendo tra l’altro previsto. L’impressione e’ che stiano spoliando gli aquilani e le loro imprese, e’ un processo in atto quasi consolidato”.
“L’aquilanita’ non e’ un criterio di preferenza nella scelta delle ditte per la ricostruzione nei condomini del capoluogo – conferma Mauro Basile, presidente provinciale dell’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (Anaci) -. Per i condomini – spiega – sono fondamentali altri aspetti, soprattutto le garanzie”. Stando all’esperienza di Basile, insomma, nelle infuocate assemblee per far partire i lavori non si bada alla provenienza geografica dell’impresa. “Non viene chiesto – continua – se e’ aquilana o no; si presta invece attenzione soprattutto alla solidita’ dell’impresa, all’offerta, alla garanzia che i lavori possano proseguire senza sosta, eccetto magari problemi di cattivo tempo.
Del resto, non potrebbero certo bastare le sole aziende aquilane per far fronte all’intero processo di ricostruzione”. Nell’immediato dopo-sisma, all’opportunita’ di favorire le aziende nostrane qualcuno ci aveva pensato. ” vero – aggiunge Basile – si pensava di far ripartire l’economia aquilana ma ora é passato più di un anno, la ricostruzione sta partendo adesso e lavoro ce n’é per tutti. Ripeto, quello che conta sono le garanzie”.