Un anno fa circa sentivo parlare il mio Sindaco: indicava come prioritario un intervento sul Centro Storico della mia citta’ che permettesse l’apertura di cosiddetti “corridoi”. Cioe’ la messa in sicurezza e la conseguente fruibilita’ delle arterie principali della citta’.
Ci avevo creduto e sentivo che quella era la strada, non solo per ripartire economicamente e socialmente ma, soprattutto, per ridare a tutti una speranza, per rialzare il nostro morale di cittadini oramai allo stremo delle forze.
Leggo su un web-quotidiano locale la stessa preghiera fatta da un altro cittadino (Vincenzo Colorizio): La terapia efficace e’ quella di impegnarsi subito sul CUORE dell’AQUILA con la restituzione completa ai cittadini delle due piazze principali, piazza Duomo e piazza Palazzo, attraverso le tre strade di connessione, via Patini, via Marrelli e via Cavour e l’asse del Corso, dalla Villa Comunale alla Fontana Luminosa. Tutte queste arterie sono ora disostruite, senza macerie, e con tessuto architettonico mediamente in discrete condizioni e in ogni caso in sicurezza.
Mi aspetto una risposta dal mio Sindaco. Mi aspetto di non dover più elemosinare la riapertura di Piazza Palazzo ogni domenica mattina, la apertura serale di quel pezzo di centro che, ad oggi, chiude, inesorabilmente, alle 21.30.
E’ ora che quelle transenne con appese le chiavi di tutti noi, non sia più lì a farsi fotografare, occorre che se ne segua il significato e che si attui al più presto il motto che ci ha condotto a violare i divieti: RIAPRIRE LA CITTA’.
Ora. Subito. Senza esitazione.
A distanza di 15 mesi il tessuto sociale e’ sfibrato, la stanchezza avanza, e la rabbia prende il sopravvento:
S’i fosse fuoco, arderei ‘l mondo;
s’i fosse vento, lo tempestarei;
s’i fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s’i fosse ‘mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo…..
Cecco Angiolieri (Siena, 1260 circa – Siena, 1312 circa)