1° Maggio a L’Aquila: senza lavoro la città non ha futuro

«Non basta ricostruire le case, bisogna far ripartire anche l’economia e il lavoro». A dirlo sono i numeri: 5.600 disoccupati in più in 12 mesi, oltre 8mila persone in cassa integrazione e altri 8mila lavoratori a rischio continuo perché precari e non tutelati. Così centinaia di aquilani si sono riuniti in piazza Duomo per celebrare la festa dei lavoratori e chiedere lavoro per gli aquilani e l’Abruzzo. E a loro si sono unite migliaia di persone che, approfittando della bella giornata e del ponte del primo maggio, hanno scelto di visitare il centro dell’Aquila.

«Oggi in piazza per festeggiare il Primo maggio c’e’ un popolo di senza lavoro», esordisce Pietro Paolelli, segretario generale Uil L’Aquila. «La situazione e’ grave. A soffrire sono tutti gli aquilani e gli abruzzesi. Ma le vittime principali sono i giovani. Il rischio e’ che abbandonino la citta’. E lo spopolamento sara’ la rovina dell’Aquila».

«È passato un anno dal terremoto e le cose sono cambiate in peggio», spiega Umberto Trasatti, segretario della Cgil aquilana. «Dopo il sisma, una riduzione del lavoro e degli occupati era prevedibile. Il problema e’ che non abbiamo nessuno strumento operativo per contrastare la crisi. Serve un impegno concreto da parte di Regione e governo».

«Il governo non ci deve abbandonare», e’ l’appello di Gianfranco Giorgi, segretario cittadino della Cisl. «Servono nuovi insediamenti e investimenti per far ripartire il lavoro e tutto il resto. Sembra una cosa banale, ma oggi la gente non spende perché non ha soldi».