Economia dopo il terremoto: per il Cresa perse 300 aziende, ripresa legata alle eccellenze

Dopo il terremoto, nel comune dell’Aquila sono sparite circa 300 aziende. Delle 800 presenti sul territorio abbiamo solo 500 richieste di ricollocazione. L’83% delle imprese che abbiamo contattato ha avuto danni diretti ai magazzini e agli impianti di stoccaggio; il 33% era assicurata da danni derivanti da calamita’ naturali; per tutte, c’e’ stato un fermo di produzione con perdita di fatturato e la totalita’ ha ‘pagato’ il clima generalizzato di sfiducia, subendo la disdetta degli ordini”. E’ questo il quadro che Matilde Fiocco, in rappresentanza del Cresa, ha delineato nel corso di un convegno organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila e dall’Universita’ degli studi dell’Aquila, in collaborazione con la Banca d’Italia e il Cresa, sulle prospettive dell’economia aquilana dopo il sisma di aprile.

Il Cresa, nel corso del simposio, ha altresi’ illustrato i cambiamenti nello stile di vita del capoluogo abruzzese: c’e’ stato un calo dei consumi alimentari del 1-2%, mentre e’ aumentato il ricorso ai pasti fuori casa a all’acquisto di prodotti elettronici (piu’ 1,6%). Per l’economista Marcello de Cecco, docente alla Normale di Pisa, il ritorno ad un circolo virtuoso dovra’ necessariamente ripartire da un tipo di produzione di alta qualita’: ”Grazie alla presenza di centri di ricerca e dell’Universita’, uno sviluppo si stava avviando e ci sarebbe stato malgrado la crisi internazionale, sviluppo che il terremoto ora ha fermato”. ”Bisogna pero’ – ha auspicato l’economista – rimboccarsi le maniche e lavorare affinche’ le imprese d’eccellenza, e tutte quelle realta’ che fanno innovazione, possano rialzarsi e riprendere il cammino, perche’ e’ questa l’unica via d’uscita e di rinascita per il territorio. Tutto questo invece non vale per il resto dell’Abruzzo per il quale la ripresa sara’ piu’ difficile.

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