Si parla per la prima volta ufficialmente di “zona franca”, argomento che ha spesso provocato polemiche nelle zone terremotate dell’Abruzzo.
Ieri a Roma si e’ svolta una riunione, convocata dal Ministero dello Sviluppo economico, nella quale i vertici dello stesso Ministero e della Regione Abruzzo, con i rispettivi gruppi di lavoro, hanno iniziato ad affrontare la questione. Per la Regione era presente il direttore degli affari della Presidenza della Giunta, Antonio Sorgi.
La procedura prevede che il Ministero formuli la proposta, per la quale deve sentire la Regione, poi il Cipe approva il documento che deve essere inviato all’Unione Europea.
La riunione di ieri era volta ad iniziare a valutare il tipo di provvedimento da adottare e la perimetrazione: nei mesi scorsi sono nate due opposte fazioni, una guidata dal vicepresidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, che ha chiesto una zona franca per il Comune dell’Aquila, l’altra, alimentata dai vertici regionali, favorevole a estendere il discorso ai Comuni del cratere sismico.
“Mi auguro che entro novembre si chiuda – ha detto Sorgi, puntualizzando che “il problema tempo e’ una falsa questione: i termini decorreranno dal giorno del via libera, quindi il periodo di 5 o 14 anni non sara’ toccato”
Le due ipotesi sono zona franca urbana o regime fiscale di incentivazione.