da Il Messaggero – L’AQUILA – Sta per diventare realtà un altro sogno, dopo quello di Pietro dal Morrone che ne volle la realizzazione: l’avvio dei lavori di restauro della basilica di Collemaggio a oltre sei anni dal sisma.
L’Eni, sponsor della grande opera, ha sciolto il nodo della scelta della ditta esecutrice. Ad aggiudicarsi i lavori, dopo una scrupolosa selezione, è stata l’Arcas spa di Torino, fondata nel 1950 dall’architetto Aldo Casassa, che ha realizzato alcune grandi opere fra cui l’ambasciata d’Italia a Berlino (2003), il restauro della Venaria Reale a Torino e l’ospedale di Mondovì. L’impresa avrà trenta giorni per la certificazione antimafia, dunque dovrà aprire il cantiere ai primi di novembre, per interventi che avranno una durata di due anni, compresa la riqualificazione del parco di Collemaggio al quale si lavorerà contemporaneamente.
CIALENTE SODDISFATTO – La basilica sarà dunque fruibile completamente a novembre 2017; soddisfatto il sindaco Massimo Cialente per l’avvio del cantiere: sebbene a quel tempo non sarà più alla guida del Comune, pregusta ugualmente l’atmosfera mistica e magica della messa di Natale del 2017 nella «nuova Collemaggio». L’Eni ha finanziato il restauro della basilica con dodici milioni di euro. 350 le ditte che si sono candidate ad eseguire i lavori; dopo la scrematura la selezione ha riguardato una cinquantina di esse, giungendo poi alla scelta dell’Arcas che ha presentato l’offerta più vantaggiosa. I tempi, tuttavia, sono stati più lunghi del previsto: in principio l’avvio del cantiere era stato previsto per dicembre 2014, poi slittato a giugno 2015 e subito dopo a fine agosto. Ora però sembra davvero essere arrivato il d-day. «Siamo contenti per questa buona notizia -commenta l’architetto Alessandra Vittorini, alla guida della Soprintendenza unica- I nostri uffici avevano lavorato con gli atenei di Roma, Milano e L’Aquila, con il Comune dell’Aquila e il Ministero per i Beni Culturali per il progetto, che era finito da un anno». |
ANNO SANTO – La Soprintendenza ha la direzione dei lavori del restauro e dovrà confrontarsi a breve con l’Arcas, la Curia e l’amministrazione comunale. Secondo l’architetto Vittorini non sarà possibile comprimere ulteriormente i tempi dell’intervento previsti in ventiquattro mesi, e dunque i mesi persi non potranno essere recuperati. Tuttavia sarà necessario verificare se la Porta Santa e una parte della basilica potranno essere restituite a motivi liturgici. «Non c’è spazio per ulteriori compressioni dei tempi -spiega Vittorini- Credo che al di sotto dei due anni non si possa andare. Faremo di tutto per rendere fruibile la Porta Santa in tempo per la prossima edizione della Perdonanza, circa l’Anno Santo non sono al momento in grado di rassicurare visto che questo evento non era stato contemplato nella tempistica progettuale. La proclamazione dell’Anno Santo al momento ci coglie impreparati, bisogna dunque fare i conti con questa novità; ne discuteremo con Comune, Curia e stazione appaltante».
La Vittorini ha espresso soddisfazione per la restituzione alla città del monumento simbolo, fra i tre che all’Expo’ rappresentano l’Italia.
Antonella Calcagni, Il Messaggero