LA TECNOLOGIA AI TEMPI DEL TERREMOTO: NASCE L’APP PER LA RICOSTRUZIONE

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di Silvia Santucci, da News Town – Si sente parlare sempre più spesso di Open Data, il percorso di trasparenza digitale che rende i dati delle pubbliche amministrazioni fruibili ai cittadini. Si tratta di un fenomeno mondiale e in progressiva espansione, se si pensa che appena la scorsa settimana il G8 approvava la Open Data Charter.

Proprio partendo dagli Open Data sulle pratiche per la ricostruzione che Appello per L’Aquila ha messo a disposizione sul suo sito, è stata sviluppata nel DISIM (Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione e Matematica) un’applicazione che consente di conoscere, in tempo reale, lo stato di riedificazione della città dell’Aquila, condannata dal sisma ad una continua mutazione.

L’App, che uscirà a settembre, è stata ideata da Ivano Malavolta, docente di Applicazioni per Dispositivi Mobili nel corso di Laurea in Informatica, con l’aiuto degli studenti Roberto Gagliardi e Francesco Palumbo.

Il professore ha spiegato a Studen-Town tutti i dettagli del progetto e le aspettative di chi ha deciso di utilizzare le proprie competenze per contribuire alla rinascita della città.

Qual è il nome dell’App?
“Non ha ancora un nome, tra di noi lo chiamiamo Open Data Aq, come riferimento”.

Qual è lo scopo del progetto?
“Ho immaginato un turista, uno studente che viene a L’Aquila o un aquilano che, camminando per le strade della sua città, riesca a rendersi conto, con una previsione al secondo, dello stato della ricostruzione: non parlo solo dei cantieri aperti o chiusi ma anche di tutti gli iter burocratici ‘nascosti’. Ho anche proposto a Paola Inverardi, quando l’applicazione sarà completa, di fare una sorta di proiezione dei dati continua che mostri il grado di ricostruzione. Aggiornando i dati in tempo reale, se la persona fa una passeggiata per il Corso e si ferma in un locale, quando tornerà in piazza Duomo il livello del caricamento sarà già diverso. Questo rappresenterebbe un segnale di speranza perché vuol dire che, in quei minuti, si sta facendo qualcosa di concreto per la ricostruzione. Inoltre una proiezione del genere sensibilizzerebbe riguardo al fatto che non viviamo in una situazione statica”. [continua a leggere su News Town]