Ricostruzione: la “Governance” di Chiodi

N.d.R.:  si chiami come si vuole, purché ci siano persone competenti, con capacita’ di pianificazione e che abbiano a cuore le sorti della citta’, prima dei loro interessi personali (economici e politici). Un’utopia? E’ probabile. I cittadini dovrebbero essere i primi a controllare, evitando le divisioni di cui finora sono stati protagonisti. Altra utopia ?

“Una governance delle competenze e dei poteri”. L’ha auspicata il presidente della Regione, Gianni Chiodi, a conclusione di un convegno sulla “governance della ricostruzione”.

Illustrando la sua idea di governance ideale ha chiarito: “Ci sara’ un commissario per la ricostruzione nella persona del Presidente della Regione, ma un ruolo cruciale dovra’ averlo anche il sindaco dell’Aquila, cui spetta il ruolo di vice commissario.


Il primo cittadino non dovra’ però operare seguendo le procedure ordinarie, altrimenti tutti gli sforzi saranno vanificati. Tra queste due figure, che magari esalteranno il gossip politico, ci dovra’ essere confronto e condivisione”.

Chiodi ha sottolineato soprattutto l’importanza dell’Unita’ tecnica di missione (sul modello Tony Blair) per la fase istruttoria dei progetti e della loro esecuzione. “Questo organismo – ha comunicato il Presidente – e’ gia’ stato nominato. L’architetto Gaetano Fontana, che lo coordinera’, e’ al lavoro per definire le linee guida inerenti non solo la ricostruzione tout court, ma anche le implicazioni economiche, giuridiche ed ambientali.

L’Unita’ provvedera’ altresì al controllo ed al monitoraggio delle singole fasi, predisponendo inoltre una task force apposita per la ricostruzione“. Chiodi ha poi aggiunto che questa struttura sara’ composta da 30 persone, la meta’ espressione dell’amministrazione pubblica (Ministeri e Cipe), la restante meta’, di elevato spessore professionale, selezionata dall’Ocse.

“Ci saranno poi un soggetto attuatore – ha, quindi, chiarito il Presidente – identificabile nel Provveditore alle Opere pubbliche, un Servizio di vigilanza ed ispettivo ed un organismo rappresentativo delle istituzioni“.

Chiodi ha annunciato che l’ordinanza che regolera’ la nuova governance e’ quasi pronta: “Martedì prossimo definirò col ministero dell’Economia i termini per il finanziamento della struttura che avra’ un costo di 10/11 milioni di euro in cinque anni. Ma e’ qualcosa di necessario, fondamentale, perché non si possono spendere miliardi per una ricostruzione non pianificata da una Cabina di regia”.

“Finora abbiamo fatto come i latini che quando c’era una guerra scioglievano il Senato e davano poteri ai Consoli. Poi, però, finita l’emergenza tutto tornava alla normalita’. Nel nostro caso c’e’ da chiedersi: quando finira’ l’emergenza? La legge non fissa una data. Ma gia’ nel mese di settembre io prevedevo di restituire agli Enti locali un proprio ruolo che avrebbe significato quel salto di qualita’ per prepararci ai processi di rinascita ed organizzare la ripresa. Salto che finora non c’e’ stato”.

E poi: “Molti confondono governance con government. Bisogna chiarire che quando parliamo di governance ci riferiamo ad un problema di responsabilita’, di visione. Con la governance dell’emergenza abbiamo comunque vinto tre importanti sfide: le scuole, rese sicure e riaperte in tempi record, l’universita’, dotata in prospettiva di uno straordinario patrimonio ricettivo, e le risorse finanziarie, leggasi fondi Cipe”. “Ora – ha esortato il Presidente – bisogna fare un passo avanti: trasformare i poteri emergenziali in poteri straordinari, perché quello che stiamo affrontando e’ qualcosa di grande, di straordinario appunto. Servono procedure snelle e veloci e percorsi condivisi con la societa’ civile, con l’imprenditoria, con l’intellighenzia locale. Tutto con l’unico obiettivo di far ripartire la citta’, il suo tessuto economico, sociale e culturale, la sua comunita’.