Mozione unitaria alla Camera: il discorso del deputato Lolli

N.d.R. riprendiamo il testo del discorso di Giovanni Lolli (PD) dal sito di Sabina Guzzanti. La mozione e’ stata approvata dalla Camera. Tuttavia, ricordiamo che tale approvazione non impegna in alcun modo il Governo, e vedremo in futuro il reale comportamento dei parlamentari eletti in Abruzzo; in particolare quelli del PdL, che fino ad oggi hanno votato secondo le indicazioni di partito, sempre contrarie a miglioramenti relativi al decreto legge n.39.


Verificheremo alla prova dei fatti le reali intenzioni dei parlamentari del PdL, ben sapendo che il loro voto sara’ legato alle indicazioni provenienti dal Presidente del Consiglio.
Ci sono ancora altri punti che necessitano di miglioramenti,  a cominciare proprio dagli stanziamenti del decreto legge, insufficienti per la ricostruzione della citta’ e troppo diluiti nel tempo. Per ora accontentiamoci, ma L’Aquila ha bisogno di fatti e voti concreti, e di  ulteriori modifiche al decreto legge attualmente approvato.

Il discorso di Giovanni Lolli

Signor Presidente, cari colleghi, permettetemi, a nome dei miei concittadini, prima di tutto di esprimere la solidarieta’ alle popolazioni di Messina colpite dall’alluvione.

Ho sentito – lo abbiamo letto – che il Presidente del consiglio, recatosi in Sicilia, ha detto che bisogna ripetere lì il miracolo fatto a L’Aquila. Credo, più modestamente, che il miracolo qui lo dobbiamo fare noi, traendo lezione da questi avvenimenti e decidendo di cambiare radicalmente la cultura con la quale affrontiamo questi problemi.

Ci vantiamo, a ragione, di avere la Protezione civile più efficiente del mondo, come dire che siamo i più bravi del mondo a risolvere e a riparare i danni. Dovremmo forse riflettere sul fatto che gli altri Paesi hanno meno ragioni di essere tanto bravi come noi a riparare i danni perché sono molto più bravi di noi a prevenirli. Allora dovremmo assumere in questa sede degli impegni concreti: mai più condoni, mai più sanatorie, mai più lesinare o addirittura tagliare le risorse per la difesa del suolo, piuttosto fare di questi punti delle priorita’ e farlo insieme, perché io sono molto convinto del fatto che i cittadini si aspettano da noi che su cose di questo genere non facciamo questioni di propaganda politica ma piuttosto di assunzione di responsabilita’.

È con questo spirito che abbiamo presentato la mozione sul terremoto ed e’ per questo che abbiamo accolto in maniera molto favorevole – ringrazio il Governo e i colleghi – la possibilita’ che abbiamo adesso di presentare una mozione unitaria. Noi volevamo segnalare dei problemi concreti e proporre delle soluzioni – se mi permettete dire così – lasciare un po’ sullo sfondo i miracoli e occuparci di più dei problemi terreni della gente in carne ed ossa, problemi che ci sono, cari colleghi.

Perché, guardate, lo hanno detto anche i colleghi che mi hanno anticipato, all’Aquila e’ stato realizzato un grande lavoro, si sono ottenuti anche ottimi risultati ma tanta strada ancora e’ da fare e, nel corso di questo lavoro, ci sono stati limiti e anche errori, com’e’ normale quando si deve far fronte ad una situazione così complessa. Il problema e’ adesso quello di correggere ed aggiustare il possibile. Ma prima di tutto vorrei che a quest’Assemblea fosse presente esattamente qual e’ la situazione che c’e’ oggi a L’Aquila.

Credo che tutti voi abbiate visto in televisione la consegna delle prime 400 case e sapete che nelle prossime settimane altre case verranno via via consegnate: sono tutti fatti che ci hanno riempito di piacere, però dovete sapere che il numero delle famiglie che ha bisogno di una casa si e’ rivelato di molto superiore rispetto alle previsioni che erano state elaborate.

Le famiglie che vivono in abitazioni classificate come E o F, cioe’ totalmente inagibili o nelle zone rosse, sono 12.500: di queste, secondo il censimento della Protezione civile, più di 7 mila hanno fatto domanda di ingresso nelle abitazioni del piano CASE e gia’ in questo potete comprendere come vi sia uno squilibrio. È vero che in questi giorni e’ stata predisposta la possibilita’ di ampliare il numero di altre 1.000 case per arrivare così a poco più di 5 mila unita’, ma capite che proprio non ci siamo. A ciò dovete aggiungere che nella citta’ de L’Aquila sono presenti circa 10 mila famiglie che risiedono in abitazioni classificate come B o C, cioe’ danneggiate da lesioni meno gravi, che tutti pensavano – ce lo aveva detto qui Bertolaso – che sarebbero rientrate entro l’autunno e per le quali si registra invece un ritardo enorme.

Come ho detto, si tratta di 10 mila famiglie, ma coloro che hanno fatto domanda per accedere alla possibilita’ di svolgere i lavori sono poco meno di 1.300; anche in un’ipotesi ottimistica, dobbiamo quindi calcolare che a quelle famiglie di prima si aggiungeranno altre migliaia di famiglie che bisognera’ in qualche modo sistemare: questa e’ la grande emergenza che c’e’.

D’altra parte – lasciatemelo dire non per polemica, ma per capire quanto dobbiamo aggiustare il tiro – qualcosa non ha funzionato anche nel decreto-legge. Come cercammo di dirvi fin da allora, escludere per ragioni, capisco, di risparmio le seconde case o le case dei non residenti (che rappresentano più del 50 per cento delle abitazioni di quella citta’) significa aver creato le premesse per le difficolta’ presenti, perché i proprietari delle case escluse dai benefici ovviamente non hanno iniziato i lavori perché non sanno come gli stessi verranno risarciti, e le persone che abitano in queste case, magari come affittuari, oggi sono interamente a carico della Protezione civile.

Sapete quanto costa al giorno tenere in albergo una persona? Costa 55 euro. Una famiglia di quattro persone ci costa 6 mila euro al mese, moltiplicati per tutti i mesi in cui queste persone sono state e dovranno rimanere in albergo: capite quanto sarebbe stato più logico impiegare quelle risorse per risarcire le seconde case. Purtroppo, in questa situazione oggi migliaia di persone si trovano ancora nelle tende (e vi annuncio che questa mattina le montagne intorno a L’Aquila sono piene di neve), con la prospettiva di essere trasferite in albergo anche a cento chilometri di distanza.

A tutto questo, come ricordava il collega Di Stanislao, dovete aggiungere anche quanto ha denunciato il rettore dell’universita’ de L’Aquila, e cioe’ il problema degli studenti universitari, che quest’anno si sono di nuovo iscritti ed immatricolati a migliaia nella nostra universita’ e per l’alloggio dei quali niente e’ stato previsto.

Naturalmente ho segnalato questi problemi per ricordarvi che essi sono di fronte a tutti noi e, soprattutto, alla Protezione civile e al sindaco de L’Aquila, il quale e’ lì a caricarsi delle proprie responsabilita’ tutti i giorni, dopo aver da tempo richiesto che venissero predisposti strumenti alternativi che adesso, in affanno, stiamo insieme cercando di determinare.

Vi ho parlato di questo aspetto perché esso non e’ compreso all’interno della mozione unitaria che oggi ci accingiamo a votare, ma siccome lo ritengo molto importante spero che avremo la possibilita’ – e comunque noi ci adopereremo perché ciò avvenga – di poter parlare di queste cose, così come di una legge sul centro storico e di una diversa norma che regoli, quando sara’ andata via la Protezione civile, i poteri e le responsabilita’ degli enti locali.

Tuttavia, anche con queste esclusioni la mozione unitaria che oggi ci apprestiamo a votare e’ importante, cari colleghi, perché presenta indicazioni serie e solenni per il Governo. In primo luogo, con questa mozione – e vorrei che tutta l’Aula riflettesse su tale punto – chiediamo unitariamente al Governo di correggere l’errore che e’ stato compiuto a luglio con l’adozione del decreto-legge anticrisi, quando avete chiesto ai terremotati aquilani, diversamente da quanto avvenuto per tutti gli altri terremotati, di rientrare a partire da gennaio con le tasse non pagate al 100 per cento. A tale proposito, chiediamo unitariamente al Governo un nuovo strumento che permetta, intanto, di dilazionare il non pagamento delle tasse e di stabilire il risarcimento in termini analoghi a quanto e’ avvenuto per l’Umbria e le Marche.

Altre misure importanti sono previste per quanto riguarda le attivita’ economiche, a partire dalla zona franca (che deve essere – come noi chiediamo – finanziata di più, altrimenti e’ uno strumento che non può essere operativo), o anche la proroga, il prolungamento degli indennizzi per le attivita’ degli artigiani, delle imprese che hanno visto la loro attivita’ bloccata e che hanno avuto indennizzi solo per quattro mesi, o la proroga degli 800 euro per i dipendenti e per i titolari delle imprese di commercio che ancora si trovano chiuse.

Poi vi e’ la parte relativa alla scuola. Noi vi chiediamo in questa mozione quello che la VII Commissione della Camera unitariamente ci ha chiesto, cioe’ che il decreto-legge n. 112 del 2008, quello che taglia gli insegnanti, venga sospeso per la provincia de L’Aquila fino a quando durera’ l’emergenza.

Infine, vi sono due punti ai quali io tengo moltissimo. Il primo riguarda le famiglie dei morti e dei feriti, che recentemente sono venute alla Camera e ci hanno detto che si sentono abbandonate. Per queste famiglie si deve prevedere – come si chiede in questa mozione e come avvenuto per tutti gli altri terremoti – l’equiparazione ai morti e agli invalidi del lavoro. Un ultimo argomento riguarda i vigili del fuoco. Noi abbiamo insieme speso parole, encomi, riconoscimenti, ma i vigili del fuoco ancora non hanno visto un euro in più. Ebbene, oggi il Parlamento chiede al Governo almeno di riconoscere ai vigili del fuoco l’indennita’ festiva e l’indennita’ notturna pari a quella riconosciuta alle altre forze dell’ordine.

Sono misure concrete e ragionevoli, che il Parlamento solennemente chiede al Governo. Ora spetta al Governo, a partire dalla finanziaria, produrre norme che traducano in fatti concreti questi strumenti. Signor Presidente, io non voglio neanche pensare che il Governo, dopo un atto unitario e solenne della Camera, si voglia sottrarre al suo dovere. Certamente noi saremo qui, costruttivamente ma anche tenacemente, a ricordare nei prossimi giorni al Governo di fare quanto oggi la Camera votera’.