TASSA RIFIUTI: IN ABRUZZO L’AQUILA STRAPAZZA TUTTI, 40% PIU’ CARA DEGLI ALTRI CAPOLUOGHI

Waste collection feesLa tassa annuale sulla gestionedei rifiuti urbani in Abruzzo, nel 2016, ammonta a 289 euro, in lieve calo (-0,9%) rispetto al 2015.

La raccolta differenziata, invece, cresce: nel 2014 era pari al 31,4%, con un aumento del 5,8% sull’anno precedente. Emerge dall’annuale rilevazione ell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.

Per quanto riguarda la tassa, in testa c’è L’Aquila (370 euro, + 17,6%), seguita da Chieti (270 euro, -14,3%), Pescara (259 euro, -7%) e Teramo (257 euro, -0,4%).

L’Aquila risulta essere anche la seconda città con l’incremento maggiore nel 2016, preceduta soltano da Isernia che con un +29,4% rispetto al 2015 è in testa a questa classifica.

Da notare, inoltre, che nel 2015 la produzione pro capite degli di rifiuti degli aquilani, di 476 kg, risulta superiore soltanto a Teramo (439 kg). Con una raccolta differenziata che si ferma al 33,3%, ben lontata dal 60% circa di Chieti e Teramo.

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In Italia resta più o meno stabile la tassa sui rifiuti: nel corso del 2016, una famiglia media italiana ha pagato 297 euro (contro i 296 del 2015). La Campania è la regione più cara (427 euro annui), il Trentino Alto Adige quella più economica  (193 euro).  L’incremento maggiore invece in Molise (+10,9%), in particolare a Isernia dove la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti è salita a 202 euro rispetto ai 156 del 2015 (29,4%).

Confrontando i singoli capoluoghi di provincia, Belluno si rileva la città più economica (149 euro all’anno), Reggio Calabria la più costosa (579 euro).

Crescono anche i livelli di raccolta differenziata: nel 2014 (ultimo anno disponibile) secondo dati ISPRA; siamo arrivati a livello nazionale al 45,2% (+2,9% rispetto al 2013), mentre diminuisce del 6% lo smaltimento in discarica che nel 2014 si attesta al 31%. Anche in questo ambito, però le differenze territoriali sono notevoli: nelle regioni del Sud viene differenziato meno di un terzo dei rifiuti  (31%), al Centro si arriva al 40,8% e al Nord al 56,7%. Regioni virtuose nello smaltimento sono il Veneto e il Trentino Alto Adige, che differenziano circa il 67% dei rifiuti prodotti. Maglia nera invece alla Sicilia dove la raccolta differenziata è ferma al 12,5% (addirittura in diminuzione dello 0,8% rispetto al 2013); segue la Calabria con solo il 18,6% ma un incremento positivo del +3,8%.

E’ questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per il nono anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi  sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2016 una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. 

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