L’AQUILA, ANCHE SULLE CASE TERREMOTATE SI PAGA LA TASI

Tasi sulle case inagibili Cialente invita alla rivolta
IL CENTRO

foto: Giovanni Max Mangione (23.3.2013)

foto: Giovanni Max Mangione (23.3.2013)

Tutti i cittadini proprietari di case inagibili a causa del sisma dovranno pagare la Tasi sull’immobile, anche se decurtata del 50%. Nel testo della legge di Stabilità approvato dalla Camera non è stato infatti accolto l’emendamento che prevedeva l’esenzione del tributo.

Una notizia che ha alzato un polverone, denunciata dallo stesso assessore al Bilancio Lelio De Santis che a giugno aveva invitato i proprietari di abitazioni classificate E a non pagare la prima rata: la scadenza per il saldo sulla tassa per i servizi indivisibili è fissata al 16 dicembre. L’amministrazione comunale spera in un ripensamento del governo durante la discussione in Senato. Ma i tempi sono strettissimi.

Il sindaco Massimo Cialente sottolinea di essersi mosso con largo anticipo, pubblicando la lettera inviata al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan lo scorso 3 ottobre. Una missiva, rimasta senza risposta, in cui il primo cittadino ricordava quanto la problematica dei tributi sulle case distrutte dal terremoto del 2009 e ancora non riparate fosse di «forte rilevanza sociale» e andasse quindi affrontata con tempestività.

«La mancata esenzione dalla tassa, analogamente a quanto già disposto riguardo all’Imu», si legge nella nota inviata a Padoan, «andrebbe ad aggravare ulteriormente la condizione di un territorio già fortemente provato dalla pesante congiuntura economica legata agli stessi eventi sismici». A distanza di due mesi, il governo non ha però tenuto conto di questa, come delle altre richieste – macerie, dipendenti precari e bilancio – e gli emendamenti non sono stati inseriti nella legge di Stabilità. Con il rischio che saltino i bilanci dei Comuni del cratere e si blocchino ricostruzione e servizi sociali. Sulla Tasi per la case inagibili il sindaco è perentorio: «Si tratta di una vergogna».

E lancia un appello, chiamando a raccolta tutti gli aquilani: «Una proposta. Sul sito governo.it e dei vari ministeri», dice Cialente, «sono riportati gli indirizzi di posta elettronica di tutti. Perché non riempite le loro caselle di posta di centinaia di e-mail di protesta? Ci dareste una mano. Grazie. Un modo per evidenziare che si tratta di una vergogna».

Anche l’assessore De Santis sta facendo pressioni sul ministero dell’Economia: «Sono andato direttamente alla direzione generale del ministero dell’Economia», spiega, «per portare avanti la richiesta dell’esenzione. Ci hanno detto che abbiamo ragione, ma serve un provvedimento legislativo del parlamento. Spero che nei prossimi 15 giorni si agisca in tal senso. L’emendamento sarà nuovamente presentato in Senato. Mi auguro che venga accolto».

fonte: Il Centro