Due cose al mondo sono certe: la morte, e le tasse. Con questo pensiero lieto ci avviciniamo alla scadenza (per fortuna solo fiscale…) del 16 giugno, quando i residenti di molti comuni italiani dovranno pagare la prima rata della nuova Tassa sui servizi indivisibili (Tasi), della Tassa sui rifiuti (Tari) e, tanto per non farsi mancare proprio nulla, anche dell’Imposta municipale unica (la famigerata Imu). Una bella stangata, insomma. E come se non bastasse entro lunedì scadono anche i termini per altri adempimenti fiscali che comportano oneri ulteriori per i contribuenti. Quel che si dice un vero e proprio “ingorgo fiscale”.
Andiamo con ordine.
La Tasi si applica alle prime e seconde case e deve essere pagata da proprietari e inquilini. Il calcolo può essere complesso: si parte dalla rendita catastale dell’immobile, rivalutata del 5%, e la si moltiplica per un coefficiente pari a 160 nel caso di case e abitazioni (80 per gli uffici, 55 per i negozi, 65 per gli immobili strutturali). Poi si inseriscono nel calcolo le aliquote e le detrazioni stabilite a livello comunale. La scadenza del 16 giugno, peraltro, si applica proprio agli immobili situati nei comuni che abbiano già deliberato in materia. Per tutti gli altri si slitta al 16 ottobre. Per sapere se il proprio comune di riferimento abbia emesso la delibera è sufficiente controllare il sito del ministero delle Finanze. Anche la quota di Tasi a carico degli inquilini è fissata dai comuni in misura variabile tra il 10 e il 30%. L’Imu invece non deve essere pagata per le prime case, a meno che non siano di lusso. Per le altre categorie di immobili, la somma delle aliquote di Tasi e Imu non può superare l’1,06%. Il meccanismo di calcolo resta sostanzialmente quello degli anni passati. |
La Tari, infine, è la nuova tassa sui rifiuti che prende il posto della vecchia Tares. È dovuta dai proprietari e dagli inquilini di case e appartamenti, e dai titolari di imprese commerciali o industriali. La base di calcolo della tassa è proporzionale alla metratura degli immobili. Anche in questo caso, però, i Comuni hanno ampia libertà di scelta sia per le aliquote sia per le tempistiche di pagamento. In base alle decisioni delle amministrazioni locali, il versamento dovrà quindi essere effettuato in un’unica soluzione a fine anno, o in due rate di cui la prima, per l’appunto, è dovuta il 16 giugno. Pagare la tassa è la parte più semplice: sarà il Comune stesso a inviare a casa un bollettino con l’importo dovuto. E per qualsiasi problema si può sempre rimediare compilando l’F24.
E le altre scadenze fiscali e burocratiche che cadono proprio lunedì prossimo? Eccone una carrellata: prima di tutto, bisogna consegnare il modello 730 del 2014. E sin qui, niente esborsi. Va peggio a chi presenta il modello Unico e l’Irap, che dovrà pagare le imposte del 2013 (la scadenza è prorogata al 7 luglio per chi opera nel regime dei minimi e chi è soggetto a studi di settore) e il saldo Iva. Infine, chi ha un’attività iscritta alla Camera di Commercio dovrà versare, sempre entro il 16 giugno, il diritto annuale d’iscrizione.
fonte: wired.it
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