TASSE TERREMOTO: C’E’ POCO DA ESULTARE, PER ORA UN RINVIO RIDICOLO

8 novembre 2011 – La legge di stabilità avrà due conseguenze che ci riguardano da vicino. Per tutti gli italiani le dimissioni di Silvio Berlusconi, e una proroga per le tasse sospese a seguito del terremoto del 2009.

Riguardo Berlusconi, la nota diffusa dal quirinale indica che le dimissioni ci saranno dopo  “l’approvazione della Legge di Stabilità”,  un tempo stimabile in circa 15 giorni secondo i pareri dei più.

Sulla proroga del rimborso delle tasse, la nota diffusa indica che “Tale provvedimento andrà a coprire il lasso di tempo che va dalla scadenza attuale, fine novembre, all’entrata in vigore della Legge di stabilità“, per il 2011 fissata al 1 gennaio.

Al momento quindi, in attesa di leggere i dettagli dell’ordinanza, c’è stata soltanto una minima proroga, che sposta il problema appena più avanti. Nessuna indicazione sulla copertura finanziaria, né tantomeno sul rimborso dovuto. E’ anche probabile attendersi che il governo attuale, ormai alla fine, difficilmente prenderà decisioni definitive e positive che in tanti attendono per le tasse del terremoto.

Alla luce di ciò, se non ci sono ancora motivi validi per gettare la spugna, non si capisce che cosa abbiano da esultare i vari Chiodi, De Matteis, Del Corvo, Piccone &C., che ancora una volta hanno dimostrato di non aver capito niente delle esigenze del territorio, rilasciando comunicati stampa a dir poco ridicoli, come ridicolo è al momento questo rinvio.

Insieme ai loro pari dell’altra parte politica (Cialente, Lolli, Pezzopane, Costantini, Mantini per citarne qualcuno), lavorino invece efficacemente senza attendere Natale o Capodanno prima di fare qualcosa. Ed esultino, tutti insieme, soltanto quando avranno portato a casa qualche risultato decente, per il quale non serve scomodare la piazza o suonare le campane ancora in piedi dopo il sisma.

Perché di queste lotte partitiche, e tentativi di sfruttare il problema delle tasse per mettersi in luce e accaparrarsi i voti per le elezioni del 2012, in tanti a L’Aquila ne hanno le pupille piene.

Siete lì per risolvere i problemi. Risolveteli se ne siete capaci, o andate a casa.

(p.t.)