“La situazione all’Aquila e’ drammatica: se ne parla poco, chiediamo di essere trattati come e’ stato fatto per altri terremoti, questa e’ la zona d’Italia in cui si pagheranno piu’ tasse”.
Il parlamentare del Partito democratico Giovanni Lolli torna sulla questione relativa alla restituzione delle imposte sospese dopo il terremoto del 6 aprile 2009, prevista a partire dal prossimo 1 novembre per il 100 per cento delle tasse non pagate e dichiarazioni dei redditi per il 2010, invocando una mobilitazione guidata dalle istituzioni “Un miliardo di euro di tasse non pagate da restituire in 120 rate in 10 anni, un conto da 100 milioni di euro all’anno – ha detto Lolli – a partire dalla fine di quest’anno, dall’economia aquilana, dalle tasche delle imprese, dei lavoratori, degli aquilani, verranno prelevati 10 milioni di euro al mese di tasse oltre a quelle che gia’ paghiamo.
Nel giro dei prossimi 4 mesi, – ha proseguito – il territorio de L’Aquila diventera’, dunque, il luogo in Italia dove si pagheranno piu’ tasse.
Nel 2011, pur avendo ottenuto la dilazione della riscossione, questa era senza copertura finanziaria da parte dello Stato. Dunque, ci si aspetta che gli aquilani entro dicembre restituiscano 100 milioni di euro. Questo avra’ sull’economia aquilana un carico ulteriore.
Gia’ da tempo avevo proposto di inserirla nella finanziaria come e’ stato fatto per Lampedusa. Nei prossimi mesi di settembre e ottobre si ha tempo per trovare una soluzione adeguata perche’ non la si deve inserire in un provvedimento che attiene alla materia finanziaria in modo da scongiurare l’incompatibilita’.
Per chiedere una dilazione a giugno 2010, che e’ il minimo che possiamo chiedere – ha detto ancora il rappresentante del PD – servono 150 milioni di euro che Tremonti dovra’ cacciare dal Bilancio dello Stato.
E’ una cosa particolarmente complicata, non e’ facile come dice Chiodi, io sto la’ e vedo l’aria. Se non facciamo casino, con le buone, e’ difficile che lo possiamo ottenere”. Lolli e’ poi tornato sul problema, sollevato non molto tempo fa dai commercialisti, consulenti del lavoro e tributaristi, della mancata proroga (prevista dalla conversione del decreto Milleproroghe del protocollo d’intesa firmato a gennaio) al mese di dicembre di quest’anno degli adempimenti relativi ai redditi del 2008 e del 2009.
Il 5 di agosto scadranno quelli relativi al 2010 e si dovra’, quindi, procedere con il pagamento del primo o unico versamento. Questo e’ un non senso del tutto italiano dato che e’ chiaro che per chiudere l’annualita’ 2010, e’ necessario chiudere prima il 2008 e il 2009.
“Bisogna subito mettere in linea le annualita’ con un decreto da trasformare in seguito in legge, che ponga prima i termini per il 2008, poi per il 2009 e infine per il 2011 – ha detto ancora Lolli -. Il 5 agosto e’ arrivato. Siamo in un pasticcio inestricabile perche’ le cose si fanno sempre all’ultimo momento utile e ovviamente si sbaglia. Siamo su un autobus guidato da un ubriaco“