Ma dov’era prima ? E dove sono i rappresentanti del PdL?
In questi giorni abbiamo riportato varie dichiarazioni politiche, e per l’ennesima volta i dati sui differenti trattamenti fra terremoti a noi vicini e recenti, e quanto previsto per L’Aquila.
Oggi Massimo Cialente e Stefania Pezzopane protesteranno a Roma, insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni e cittadini aqualini. E’ giusto protestare, i provvedimenti per L’Aquila dovevano essere in finanziaria, e forse non e’ ancora troppo tardi. Ma a cosa e’ dovuto questo cambio repentino di opinione?
Forse perché, alla vigilia del nuovo anno, in cui il Comune dovra’ rispondere direttamente agli aquilani, ci si rende conto di errori fatti nei mesi precedenti, improntati ad un facile ottimismo e appoggio quasi incondizionato alle scelte del governo e protezione civile? O perché, in vista delle elezioni provinciali, e’ necessario intraprendere azioni mediatiche più forti che facciano dimenticare i brindisi, tagli di nastro, foto con attori e capi di stato che hanno gia’ messo nel dimenticatoio le promesse fatte ?
Cerchiamo anche di interpretare politicamente i fatti di questi giorni: Tremonti (chi ha i soldi) dice che a L’Aquila ha gia’ dato troppo. Tremonti non batte ciglio per i tagli sull’IRAP invocati a gran voce, figuriamoci per le richieste di alcuni aquilani. Silvio Berlusconi non appare, anche se ha gia’ annunciato l’ennesima cena e show mediatico per Natale, nella restaurata Basilica di Collemaggio (avete letto bene, leggete questo articolo sul Corriere che riprende una notizia dell’ANSA, forse dovuta ad una frase detta da Bertolaso in conferenza stampa, come letto su altro sito online)
E chi risponde a Cialente? Non il governo, non il ministro dell’economia, ma ancora Bertolaso, che approfitta del momento per maltrattare nuovamente Cialente, nonostante questa volta abbia pienamente ragione.
E poi dove sono i rappresentanti del PdL? Spariti nel nulla, forse inghiottiti nelle beghe delle elezioni provinciali, o negli appalti per la ricostruzione. Non si leggono loro dichiarazioni, probabilmente non saranno a protestare. La conclusione che se ne trae e’ che per il PdL la ricostruzione dell’Aquila va a gonfie vele, non ci sono problemi. Figli di un papa’ che potra’ essere buono nei loro confronti, basta che stiano buoni e non facciano troppe domande sul futuro della citta’.
E’ questa la classe politica aquilana. Incapaci di ascoltare le voci di dissenso, anche se giuste e lungimiranti. Incapaci di fare un fronte unico per la rinascita della citta’. Molto attenti al loro piccolo orticello, che nel frattempo e’ stato devastato e reso irriconoscibile.
Separati in casa, come lo sono stati in questi mesi gli aquilani, e come forse lo sono ancora (politicamente, ideologicamente, ed anche geograficamente in questo periodo).
E ora Cialente invoca una “mobilitazione generale non politica in difesa dei nostri diritti”.
Giusta o sbagliata che sia, Cialente non trovera’ i rappresentanti del PdL ad appoggiarlo, pronti a dargli addosso non appena Bertolaso ed il governo usciranno (a breve) di scena, e gia’ proiettati nelle prossime elezioni provinciali (e comunali in caso di dimissioni). Né trovera’ molti cittadini che in questo periodo hanno soltanto visto la coppia Berlusconi-Bertolaso, ed un comune farragginoso, poco trasparente e poco attento ai bisogni veri della popolazione, guidati dalla protezione civile più che dai loro legittimi rappresentanti.
Non e’ un caso dell’immediata risposta di Bertolaso alle dichiarazioni di Cialente.
Bertolaso e’ l’anti-Cialente per definizione, colui che può parlare agli aquilani a reti unificate, indicare energicamente le sue verita’, i suoi motivi dei ritardi nella smobilitazione delle tende o nella consegna delle CASE e dei MAP, sapendo che può spendere nel migliore dei modi la sua faccia a L’Aquila, e sopperire anche alle risposte che né Tremonti né Berlusconi hanno alcuna voglia di fornire direttamente.
Perché oggi gli aquilani dovrebbero seguire Cialente e Pezzopane?
Dov’erano mentre gli si chiedeva di andare nelle tendopoli, ad ascoltare i fabbisogni delle persone. Dove quando molti cercavano di fargli capire, inutilmente, che i numeri degli sfollati erano sballati, e i finanziamenti non sufficienti per una rinascita della citta’ in tempi ragionevoli. Dove quando si chiedeva trasparenza nelle azioni intraprese (es. lista di assegnazione delle CASE, contributi di autonoma sistemazione, indicazione certa dei finanziamenti disponibili…).
Si c’erano, come controfigure degli attori protagonisti, che usciranno di scena prima di assistere al finale del film.
Non e’ sufficiente svegliarsi oggi e chiamare alla mobilitazione. Non dopo oltre 8 mesi di indifferenza verso tante voci stonanti fuori dal coro e verso le esigenze di tanti aquilani, lasciati per mesi nelle tende o fuori dalla citta’.
Servono fatti e servono subito.
Ad esempio iniziando una campagna mediatica di verita’ sulla citta’. Niente show mediatici con cene e brindisi di Natale, a L’Aquila. Che sia un Natale di riflessione, degli aquilani con gli aquilani. Di ascolto e di trasparenza. Di inizio della progettazione del futuro a partire dalle esigenze e speranze di chi, in questa citta’, ha vissuto una vita.
Un ascolto che sia in grado di riaggregare i cittadini, di dargli speranze concrete sul futuro della citta’. Dopo di che si potra’ anche invocare una seria mobilitazione della citta’, per far valere i propri diritti.
O si e’ in grado di farlo, o forse e’ meglio uscire di scena in anticipo.