N.d.R.: articolo tratto da ilCentro.it. Fateci avere le vostre considerazioni in proposito. E’ arrivato il momento che gli aquilani, tutti insieme, inizino ad alzare la voce?
Terremotati di serie B, gli aquilani, che nei prossimi cinque anni tireranno fuori qualcosa come 513 milioni di euro di arretrati oltre alle tasse ordinarie che ricominceranno a correre. Dopo 10 mesi dalla notte del 6 aprile, tornano le tasse e spariscono le agevolazioni. Torna l’Irpef che dimezza gli stipendi, sparisce l’esenzione dall’Ici sulla seconda casa e dalla Tarsu, lo stop ai contributi previdenziali e assistenziali e a quello del bollo auto e del pedaggio autostradale. Tornano inoltre le rate del mutuo e i protesti su cambiali e assegni oltre alle bollette di luce e gas.
Insomma torna tutto come prima, come se i problemi del post terremoto non ci fossero più. Per il governo Berlusconi, dal primo gennaio 2010 gli sfollati aquilani saranno perfettamente in grado di tornare a pagare le stesse tasse di prima del terremoto. Come infatti recita l’emendamento del governo accettato in commissione, non c’e’ un’ulteriore proroga, scaduta il 30 novembre scorso nella sospensione del pagamento delle tasse, su tutte l’Irpef, che si torna a pagare da subito.
Alcuni pensionati Inps e alcuni lavoratori dipendenti se ne sono gia’ accorti a proprie spese sulla busta paga di dicembre. Quanto alle tasse non pagate tra il 6 aprile e il 30 novembre 2009, lo stesso emendamento governativo stabilisce che a partire dal giugno 2010 tutti i residenti nella provincia dell’Aquila torneranno a pagare il 100% di quanto non corrisposto in otto mesi, in 60 rate mensili da restituire in cinque anni (ndr: per i terremoti di Umbria-Marche e Molise la sospensione e’ stata più prolungata, il rimborso del 40%, in 120 rate mensili e dopo circa 12 e 7 anni)
Questi termini saranno validi anche per i contributi previdenziali e assistenziali e per i premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali non versati per effetto della sospensione.
Torna anche l’Ici sulle seconde case, anche quelle sfasciate dal terremoto. Il sindaco Massimo Cialente dice che non può bloccarla. Entro il 16 dicembre si deve pagare il saldo per l’anno 2009, che si limita, per le abitazioni distrutte oppure oggetto di ordinanza sindacale di sgombero perché inagibili totalmente o parzialmente per effetto del terremoto, alle prime tre mensilita’ (gennaio-marzo) «nonché dalla data della definitiva ricostruzione e-o agibilita’».
Tradotto in cifre, tutti gli aquilani nei prossimi cinque anni tireranno fuori qualcosa come 513 milioni di euro di arretrati oltre alle tasse ordinarie che ricominciano a correre. «È la botta definitiva», attacca il deputato del Pd Giovanni Lolli che chiama a raccolta la citta’ insieme al sindaco e alla presidente della provincia.