Dopo il terremoto, l’architetto Mario Cucinella e Federlegno avevano lavorato un progetto per la costruzione, trovando i soldi per la realizzazione. Ma in questi tre anni non è successo nulla. Ecco perché.
(di Gaia Berruto – da Wired.it) – L’ambasciata italiana in Australia, a cui Wired.it aveva chiesto numi sui tre milioni raccolti, ha risposto attraverso Pier Forlano, consigliere e vice capo missione. Ci scrive il dottor Forlano che: ” i fondi sono stati raccolti dall’Australian Abruzzo Earthquake Appel Fund, che sta per versare una prima tranche al Comitato di Garanzia italiano (presieduto dall’Ambasciatore Castellaneta). Questa prima parte dei fondi saranno disponibili solo allorquando verrà assegnata la gara d’appalto per la costruzione del Teatro Stabile dell’Aquila. La restante parte a conclusione dei lavori“. In particolare,collegandosi al sito legato all’iniziativa australiana, si legge che in totale sono stati raccolti 3 milioni 738,690.64 dollari australiani, ossia 2 milioni 912,660 euro.
Tre anni fa, subito dopo il terremoto che distrusse L’Aquila, in tanti annunciarono la volontà di fare qualcosa di concreto per aiutare la città a riprendersi. Da stati stranieri a province autonome, passando per cantanti e uomini dello spettacolo, ci fu una gara alla solidarietà. Passati tre anni molti si chiedono: che fine hanno fatto i soldi, i progetti, le idee lanciate tre anni fa?
Se lo chiede Jovanotti, su Twitter, consapevole che i soldi raccolti dall’iniziativa Domani sono ancora bloccati al ministero dei beni culturali. E se lo chiede l’architetto Mario Cucinella, che Wired Italia vi fece conoscere tempo fa con il suo progetto di casa ecosostenibile.
Come scrive su Che Futuro!, Cucinella fu contattato dopo il sisma dal presidente di Cosmit, Carlo Guglielmi, che aveva avuto un’idea: creare un teatro di legno per L’Aquila. L’architetto italiano realizzò un progetto, il sindaco Massimo Cialente trovò un’area idonea, la piazza d’Armi, e l’ambasciata italiana in Australia organizzò una raccolta fondi a Camberra che fruttò due milioni 700 mila dollari. Soldi donati dalla comunità abruzzese espatriata in Australia.
Secondo l’idea originaria, il teatro da 800 posti sarebbe dovuto essere pronto per Natale del 2009, ma se passate da piazza d’Armi non ci troverete nulla. Perché? Che fine ha fatto quel progetto? Per Cucinella le responsabilità sono chiare: la colpa è di Federlegno. “ L’accordo con la Federlegno per me era chiaro: io regalavo il progetto e loro mettevano i soldi per la costruzione. Ma poi è cambiato qualcosa”, scrive l’architetto: “ Improvvisamente la donazione divenne lo facciamo al costo”.
Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit, soicetà controllata da Federlegno Arredi, sentito da Wired.it risponde: “ L’idea è stata nostra e abbiamo lavorato parecchio per coordinare tutti i soggetti: abbiamo organizzato diversi incontri con il sindaco dell’Aquila e con tutte le imprese a noi legate che fanno legno lamellare.
Tutte si sono rese disponibili ad aiutare gratuitamente lo studio di Cucinella nella fase di progettazione tecnica e, da subito, hanno offerto tutti i materiali a costo industriale ”. Non gratis, per l’appunto, ma a un prezzo agevolato.
Al di là del rimpallo di responsabilità, ciò che interessa davvero si può riassumere in due domande: la prima è cosa è stato fatto in questi tre anni. La seconda (e più importante) è dove sono finiti i soldi australiani. Carlo Guglielmi risponde: “ Sui contributi io non so nulla, non ce ne siamo occupati noi. Sullo stop del progetto faccio un semplice ragionamento: io sono un privato, metto a disposizione un’idea per un teatro pubblico, una serie di imprese che si offrono di lavorare gratis, creo degli incontri. Il passo successivo devono farle le istituzioni. Non possiamo sostituirci a loro”.
Ma siamo prorio sicuri che, nel frattempo, il Comune non abbia fatto nulla? Per saperlo basta collegarsi al sito parcourbanolaquila.it per scoprire che il Comune ha indetto a febbraio un concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione urbanistica e ambientale dell’area attorno a piazza d’Armi. La stessa dove sarebbe dovuto sorgere il teatro di Cucinella. Scadenza del bando: 26 aprile 2012. Ma perché il Comune non usa il progetto donato dall’architetto?
“ Se fossero venuti a donarci tutto il pacchetto già pronto lo avremmo accettato volentieri, come accaduto per l’Auditorium della Provincia autonoma di Trento (il cui progetto è dell’archistar Renzo Piano, ndr.) . Ma i tre milioni raccolti in Australia non erano sufficienti. Ne abbiamo racimolati noi altri quattro: a questo punto, essendo soldi pubblici, dobbiamo fare le cose secondo la legge. E la legge prevede un corcorso”, spiega a Wired.it l’assessore aquilano alla ricostruzione Pietro di Stefano: “Nulla contro Cucinella, anzi io mi auguro che anche lui partecipi al concorso. Ma è evidente che non posso dare l’appalto a chi mi pare. Una commissione deciderà il vincitore che farà il progetto esecutivo”. Non solo di un teatro, in realtà: il concorso riguarda tutta la ex area militare, che il Comune comprò prima del terremoto. Si tratta di circa 10mila metri quadrati.
La notizia positiva, dunque, è che per una volta le istituzioni non sono state a guardare. Certo, i tempi sono quelli della burocrazia italiana: entro il 25 giugno sarà pubblicato il progetto vincitore, a cui dovrà poi essere dato incarico ufficiale per il progetto esecutivo. E i soldi australiani? L’assessore afferma che non sono spariti, ma sono depositati in un fondo creato apposta dopo la raccolta fondi organizzata dall’ambasciata. Ci vorrà un po’ di tempo, ma useranno anche quelli.
Gaia Berruto
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