Ci voleva la “rivolta delle carriole” per rianimare il dibattito sulla destinazione delle macerie lasciate dal terremoto di quasi un anno fa.
E se da una parte Legambiente afferma che “fare piazza pulita si può”, individuando siti di stoccaggio e avviando misure di defiscalizzazione, il Dipartimento di Protezione Civile ricorda che “spetta ai Comuni identificare i siti e realizzare le aree per la gestione delle macerie” .
Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, da un mese anche vicecommissario delegato alla ricostruzione post-sisma in Abruzzo, giudica opportuno predisporre siti provvisori di stoccaggio e dice che per risolvere il problema serve semplicemente cambiare la normativa attuale. “E’ sufficiente un decreto legge, da approvare attraverso una semplice seduta in Senato o una Commissione del Ministero dell’Ambiente”. La Protezione Civile precisa che gia’ a pochi giorni dal sisma la struttura commissariale aveva redatto “le procedure per la gestione ad uso dei Comuni”, nonché “individuato aree ritenute idonee nel territorio aquilano”, una delle quali scelta dal Comune per il deposito temporaneo.
Il sito, l’ex Teges, fa sapere ancora la Protezione Civile, “al 31 dicembre scorso, data di chiusura della prima fase dell’emergenza, aveva gestito circa 40.000 tonnellate di macerie” ed e’ l’unico attivo. Quindi, “stante il perdurare dell’inerzia degli enti locali nella scelta di aree da destinare allo scopo”, ha condotto indagini ambientali e geotecniche per realizzare un altro deposito temporaneo nel nucleo industriale di Bazzano. I risultati delle indagini sono stati consegnati al Commissario delegato, presidente della Regione Abruzzo, “per avviare le fasi di affidamento della realizzazione”.
Se da una parte, con il dossier “Bugie, numeri, responsabilita’. Come uscire dalla paralisi delle macerie”, Legambiente invita a “sgomberare il campo dalle false informazioni” e propone soluzioni operative per trattamento e riciclo dei detriti nel territorio abruzzese, dall’altra la Provincia dell’Aquila annuncia che domani consegnera’ al commissario delegato alla ricostruzione post-sisma, Gianni Chiodi (che pare intenzionato a richiedere l’intervento dell’esercito), una proposta di ordinanza per creare un servizio integrato unico, che riconduca “attivita’ gestionali e impiantistiche a un solo soggetto pubblico, che potra’ avvalersi di tutte le deroghe previste, garantendo anche uno smaltimento differenziato, da sempre linea guida del programma della Provincia”. “Per rispetto di questa gente, il problema va affrontato in fretta, consapevoli che le macerie possono costituire fonte di reddito per la nostra terra, non per speculatori” commenta la presidente, Stefania Pezzopane. “La citta’ – aggiunge – può essere ricostruita anche con le macerie, lavorate da cooperative di nostri giovani. Basta con tavoli sfinenti e con l’illusione di bandi europei che rinviano solo il problema”