Quando e’ stato creato questo sito web avevamo intuito che l’informazione sul terremoto, dalla gestione dell’emergenza abitativa alla successiva ricostruzione, correva alcuni rischi di obiettivita’. A L’Aquila sono state fatte delle cose buone, sicuramente. Ma parlare di Miracoli, di modello da esportare a livello mondiale, di citta’ rinata, di centro storico aperto, sono bugie comunicate con destrezza di chi vuole nascondere la realta’ di questa citta’, e comuni limitrofi. Bugie che vogliono nascondere anche gli enormi errori commessi, dall’emergenza abitativa (che questo sito insieme ad altri ha denunciato da subito, una goccia inascoltata nell’oceano della disinformazione), ai tanti mesi di apertura delle tendopoli, agli appalti senza trasparenza per la gestione dell’emergenza, alla ricostruzione con forti ritardi, causa di una burocrazia che tende a nascondere la scarsa disponibilita’ di fondi disponibili, alla divisione (anche geografica) della cittadinanza aquilana, che aggiunta ai finanziamenti disponibili mette a rischio la vera rinascita di questa citta’.
No, L’Aquila probabilmente non sara’ un modello da imitare, se non nell’ enorme solidarieta’ ricevuta dalla popolazione aquilana, negli sforzi dei singoli soccorritori e volontari che si sono susseguiti nel territorio, o delle persone che hanno collaborato o sofferto per mesi ed ancora continuano. Lasciamo un punto interrogativo sul progetto C.A.S.E., utile per molti, troppo oneroso e largamente insufficiente per altrettanti.
E chiudiamo il 2009 guardando il presente, perché negarlo non ci servira’ per creare un futuro migliore. Questo video di TVUNO, una televisione locale, testimonia lo stato attuale del centro storico. Lo inseriamo ricordando una frase di George Orwell: “La vera liberta’ di stampa e’ dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire”.