“L’Aquila torna a volare!” recita il più famoso slogan del dopo-sisma eppure in questo periodo ci accontenteremmo di tornare a circolare. Non avremmo mai pensato che un giorno, “Immota manet”, sarebbe stato più adatto alla nostra automobile che alla nostra citta’ (che purtroppo si e’ mossa anche troppo).
Gia’, perche’ il traffico ormai e’ diventato insostenibile, e non solo in citta’ e dintorni. Ormai le code iniziano ben prima di avvicinarsi a L’Aquila e agli automobilisti che devono spostarsi per lavoro, per studio, per accompagnare i figli a scuola, non resta che inghiottire il boccone amaro e subire la coda.
Nei giorni lavorativi e negli orari “di punta” i tempi di percorrenza sono ormai quelli di una grande citta’. Ciò che ci distingueva dalle grandi aree metropolitanee, la cosiddetta vivibilita’, e’ svanita del tutto. Sembra di essere in tangenziale a Roma, ma e’ solo la strada tra Sassa e Coppito (al mattino la coda spesso inizia gia’ all’altezza di Casale Signorini); sembra di essere al casello autostradale in pieno contro-esodo estivo, ma e’ solo la strada tra San Pio e Bazzano; per non parlare del centro commerciale L’Aquilone.
Le famigerate rotonde danno un piccolo aiuto, ma sono una goccia nel mare; serviranno necessariamente interventi più incisivi sulla viabilita’ cittadina. Bisognera’ ripensare molte cose, soprattutto nell’ottica della nuova distribuzione della popolazione, altrimenti il traffico sara’ un ulteriore pesante fardello, di cui questa citta’ non ha proprio bisogno.
Tantomeno adesso.