Quelli che i media hanno definito “irriducibili” non sono persone che hanno deciso di rimanere lì per capriccio, né facinorosi: sono persone che per esigenze di vario genere hanno bisogno di rimanere a L’Aquila (lavoro, figli, genitori, parenti, impossibilita’ al pendolarismo per vari motivi, necessita’ mediche…) e devono rifiutare collocazioni a decine e decine di chilometri di distanza, in alberghi, dopo sei mesi di vita in tenda.
Se fossero state ascoltate le richieste di chi da tempo sottolineava come le scelte – tutte dall’alto – di questa gestione post-sisma contenessero gravi errori di valutazione, oggi forse non ci si troverebbe in questa situazione.
Il piano di gestione post-sisma, che, per la prima volta nella storia della gestione dei terremoti e dell’emergenza ha visto la scelta di saltare a pié pari la fase dei moduli rimovibili mostra ora almeno una parte delle sue gravi criticita’. Le altre – consumo permanente del territorio, disgregazione sociale in new town – mostreranno i loro effetti nei prossimi anni.
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