Video: è già inverno per gli sfollati

Sono ancora in seimila ad abitare nelle tende. E il vento gelido che arriva dai Balcani rende la loro situazione ancor più drammatica, riportando alla luce i ritardi e le promesse non mantenute. Perché le tendopoli dovevano essere chiuse entro la fine di settembre, ma oggi si sta ancora così, con l’aggravante delle temperature che precipitano a picco e nel solo arco di una nottata, mentre il maltempo flagella mezza Italia e soprattutto l’Abruzzo.

La protezione civile lancia l’allarme per le condizioni degli sfollati, che vivono ancora in 2000 tende in 60 diverse aree d’accoglienza. Ma intanto il governo parla di “rivoluzione berlusconiana”, che non sarebbe altro che “il rispetto degli impegni presi”. “Le emergenze sono state affrontate e superate brillantemente” ha dichiarato ieri al Tempo Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma di governo.

Situazione drammatica. Eppure i ritardi si accumulano e se, con le temperature ancora miti di settembre, la vita nelle tende, seppur difficile, era in qualche modo sopportabile, con il maltempo le condizioni si fanno al limite della sopravvivenza. “Una situazione drammatica”, la definisce il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. “Ora le temperature si sono abbassate notevolmente, e’ arrivato l’inverno, fa freddo e le montagne si sono innevate. Queste persone vogliono la certezza di una casa”.
E non basta la prospettiva di una stanza d’albergo aspettando tempi migliori. Gli amici, gli affetti, il lavoro: non ci si può sradicare così, protestano gli sfollati.

Le scuole. E anche le scuole sono ricominciate, sempre nelle tende, che con il freddo si trasformano in celle frigorifere. Gia’ questa mattina un gruppo di genitori dei bambini della scuola elementare di Pianola (80 studenti per cinque classi) ha protestato duramente: “I nostri figli sono costretti a fare lezione con due cappotti addosso, la temperatura tra i banchi e’ di cinque gradi”. Si punta il dito contro la mancata attivazione, nelle vicinanze della tendopoli, dei moduli abitativi provvisori.

Le promesse. “Prima ci avevano detto che sarebbero entrati in funzione oggi”, protestano, “poi ci hanno annunciato che ci vogliono tre o quattro giorni. Ma lì c’e’ ancora un cantiere. La nostra vita e’ un caos e i bimbi sono costretti ad andare a scuola in condizioni scandalose”. Dalle istituzioni, nessuna risposta. Gli insegnanti incassano le critiche, ma sono impotenti quanto i genitori. Mentre al circolo didattico “non c’era nessuno, rispondeva il fax”.

Ancora provvisori. La protezione civile, intanto, rilancia l’appello ad accettare una sistemazione provvisoria: “Capisco che ci può essere l’orgoglio di rimanere fino alla fine nella tende”, spiega il dirigente della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, “ma con l’arrivo di temperature ancora più fredde sarebbe difficile gestire un esodo di massa all’improvviso”. E il problema non sono solo le famiglie che hanno avuto le case completamente distrutte, ma anche quelle con abitazioni che potrebbero essere agibili dopo una serie di controlli e riparazioni.

Almeno le case agibili. Come quella di Alessandra, 29 anni, ospite della tendopoli di San Felice d’Ocre. Questa mattina si e’ svegliata davanti allo spettacolo del monte innevato. “Bellissimo” commenta “ma sarebbe meglio vederlo da dietro il vetro di una finestra. E invece a sei mesi dal terremoto siamo ancora qui”. La sua casa e’ una “classe B”, lesionata solo in parte dal sisma, per la quale si attende solo la conferma dell’agibilita’: “Rischiamo di dover aspettare ancora un anno prima di rientrare. Abbiamo scelto di restare vicini all’Aquila per motivi di lavoro, certo non preferiamo le tende a un albergo sulla costa. Oggi andremo alla Guardia di Finanza per chiedere una soluzione”.

Emergenza sanitaria. Ma il freddo porta con se’ anche un’emergenza sanitaria. Le stufe elettriche sono insufficienti, nelle tende si soffre il freddo e bambini e anziani hanno bisogno di maggiore assistenza. “C’e’ bisogno di vaccini antinfluenzali” spiegano da Piana di Navelli “peccato che la maggior parte dei presidi medici allestiti nelle tendopoli sia stata chiusa in anticipo”.

Le previsioni del tempo. Insistera’ ancora l’aria fredda da Nord Est d’origine Baltica, una situazione che si protrarra’ almeno per i prossimi 7-8 giorni.
Per oggi sono previsti ancora venti forti, se nono molto forti, provenienti dall’area russo-balcanica. Ad essere colpite saranno soprattutto le regioni adriatiche, la Puglia, la Calabria, lo Ionio, la Sicilia e la Sardegna tirrenica. Il tutto sara’ accompagnato anche da piogge residue su Puglia, il Salento le coste del Foggiano, e l’Abruzzo, appunto.

testo da repubblica.it –  video da abruzzo24ore.tv