Terremoto. Alla Carispaq interessi mutui dovranno essere pagati
Articolo da PrimaDaNoi.it del 12 settembre
La Cassa di Risparmio della provincia dell’Aquila (Carispaq) fara’ pagare, a tutti i clienti che hanno un contratto di mutuo, gli interessi relativi al periodo 6 aprile-31 dicembre 2009.
Questo vuol dire che e’ compreso anche il periodo di sospensione previsto dal “decreto Abruzzo”, in quanto quest’ultimo non prevede il titolo gratuito.
La notizia e’ emersa solo dopo la segnalazione di un cliente dell’istituto bancario.
L’uomo, un ristoratore di Ovindoli, Davide Pompili, con un capitale residuo di 85 mila euro, a gennaio dovra’ pagare circa 2.400 euro di interessi.
«Gli interessi andranno pagati anche se il mutuo e’ stato sospeso – ha confermato all’Ansa il direttore della filiale di Ovindoli, Agostino Alonzi – in quanto il decreto non prevede il titolo gratuito. Dovranno quindi essere pagati gli interessi semplici relativi al periodo di sospensione».
Secondo il capo settore crediti della Carispaq, Enrico Coppa, usciranno sul sito internet della banca tutte le informazioni e tutte le possibilita’ che offrono al cliente, con l’obiettivo di agevolare i pagamenti.
«Grandi istituti potrebbero decidere di non far pagare gli interessi – ha aggiunto – ma non dimentichiamo che anche noi siamo terremotati».
«Non ho problemi a pagare gli interessi – ha affermato il commerciante – ma attuerò tutte le iniziative, anche legali, per far valere i nostri diritti. Questa dice di essere la ‘nostra banca’ e ci fa pagare gli interessi in conto capitale, cosa che non avviene con diversi altri istituti di credito cui mi sono rivolto».
Della cosa sara’ interessata anche l’associazione commercianti di Ovindoli.
La “Grande Truffa”: le banche speculano grazie al Decreto Abruzzo
Articolo da “Il Manifesto.it” del 5 settembre.
Aquilani costretti a pagare gli interessi sulle rate dei mutui sospesi
La «grande truffa», l’hanno chiamata i terremotati de L’Aquila, scoperta quasi per caso nella calura d’agosto, l’ennesima regalata loro dal governo Berlusconi. Tra le tante incertezze e difficolta’ che si prospettano in questo «amaro autunno», almeno di una cosa pensavano di non doversi preoccupare al momento: il pagamento delle rate dei mutui o dei finanziamenti sospesi per disposizione del decreto Abruzzo (partorito dall’esecutivo il 28 aprile scorso e convertito in legge n. 77 il 24 giugno 2009) fino al 31 luglio. Termine poi prorogato fino al 31 dicembre 2009 con una successiva ordinanza emessa il 6 agosto scorso. «Sospeso significa sospeso», credevano ingenuamente gli aquilani fiduciosi dell’intervento solidaristico dello stato.
E invece no. Per alcune banche, soprattutto locali, la legge deve essere interpretata in un altro modo: la rateizzazione slittera’, sì, di nove mesi ma per tutto il periodo della sospensione, da aprile a dicembre, il cliente e’ tenuto a pagare gli interessi sul capitale residuo con lo stesso tasso concordato alla stipula del contratto di finanziamento. In questo modo la banca, che ha applicato automaticamente e senza avvisare i clienti la sospensione delle rate imposta per legge, specula sul terremoto e sulla tragedia degli aquilani.
La signora Pina Lauria, per esempio, ha scoperto il «raggiro» quando la sua banca, a fine agosto, le ha inviato una lettera con l’avviso di proroga della sospensione. «Quando mi sono recata in agenzia mi hanno avvertito che avrei dovuto pagare 1.200 euro di interessi in più rispetto alla somma complessiva, altrimenti avrei dovuto rinunciare alla sospensione delle rate e pagare in un’unica soluzione le ultime cinque gia’ sospese», racconta.
Quando la signora chiede di sapere perché la banca ha operato una sorta di rinegoziazione del mutuo senza alcun avviso si sente rispondere che e’ imposto dal decreto governativo.
«Ma gli interessi, allora, perché li chiedono a me?», e’ l’ovvio quesito. Analoga esperienza quella dei signori Speranza alle prese con un mutuo a tasso variabile sulla loro prima casa, attualmente inagibile. E, come loro, decine di terremotati in questi giorni stanno scoprendo l’amara sorpresa.
Tanto che il deputato aquilano del Pd Giovanni Lolli ha chiesto all’Abi un incontro chiarificatore per la prossima settimana. «Ma il problema -spiega – sta nella legge scritta appositamente in modo ambiguo sul punto». Il resto lo fanno quelli che a L’Aquila gia’ chiamano «gli usurai».