In questo articolo, che sara’ aggiornato periodicamente, iniziamo a fornire un breve riassunto delle aziende che, in conseguenza del sisma del 6 Aprile, hanno deciso di chiudere le loro sedi nella citta’ dell’Aquila.
Quali sono le colpe del Governo, della Regione Abruzzo, della Provincia e Comune dell’Aquila ?
Quali le colpe delle aziende che, nel sisma del 6 Aprile, hanno intravisto una troppo facile via di uscita dal territorio aquilano ?
30 Giugno 2009: COOP CENTRO ITALIA
L’azienda, presente da 11 anni in citta’ con tre punti vendita, a Pettino, Campo di Pile e Torrione, secondo quanto comunicato ufficialmente alle rappresentanze sindacali unitarie dai vertici della Coop “e’ intenzionata a non riaprire i punti vendita aquilani a causa dell’esproprio, da parte del Comune e della Protezione Civile, del terreno in localita’ Sant’Antonio, dove era prevista la realizzazione di un Ipermercato Coop, che avrebbe dato lavoro ad altri 200 dipendent”.
Le Rsu sono state informate dell’avvio della procedura di mobilita’ tramite raccomandata.
Personale interessato: 90 dipendenti
18 Giugno 2009: REISS ROMOLI (TILS)
In questa data sono arrivate le lettere di licenziamento per i 70 dipendenti della Reiss Romoli. Non fosse gia’ sufficiente, non sara’ consentito la voltura del numero del cellulare (senza costi per l’azienda) verso l’utenza privata del dipendente, in un periodo di emergenza in cui il cellulare rappresenta l’unico modo per essere rintracciati da familiari, amici e dalla Protezione Civile.
Personale Licenziato: 70 dipendenti
8 Giugno 2009: TRANSCOM
Dopo dieci anni il call center Transcom chiude la sua sede dell’Aquila. L’azienda ha spiegato di aver perso competitivita’ e che il terremoto del 6 aprile ha reso inagibile l’edificio dov’e’ ospitata, dando il colpo di grazia.
Per settantasette persone e’ stata prospettata la possibilita’ di trasferirsi altrove, fra cui le sedi di Milano, Bari o Lecce.
Personale interessato: 360 dipendenti