Per un difetto di notifica e’ stata rinviata al 17 giugno l’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta per il crollo, causato dal terremoto del 6 aprile 2009, del convitto nazionale dell’Aquila. In quell’occasione morirono tre minorenni ed un altro rimase gravamente ferito.
Gli imputati, accusati di omicidio colposo e lesioni, sono il preside Livio Bearzi e il dirigente della Provincia dell’Aquila Vincenzo Mazzotta. Per questo processo il giudice Marco Billi dovra’ esaminare l’istanza (in Cassazione) di rimessione degli atti del processo al tribunale di Campobasso. Secondo l’avvocato Paolo Enrico Guidobali ci sarebbero buone ragioni per trasferire il processo visto che a L’Aquila “non ci sarebbe un clima sereno”
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Comincia la seconda fase della maxi-inchiesta sui crolli del terremoto. Davanti al Gup e’ in programma l’udienza preliminare per i due indagati nell’ambito del filone per il crollo del Convitto Nazionale dove il 6 aprile 2009 sono morti tre giovani tutti minorenni. L’ipotesi di reato sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Ma sull’udienza pesa l’istanza di rimessione del processo ad altro giudice con il trasferimento del procedimento a Campobasso presentata da uno dei due indagati, il rettore del Convitto Livio Bearzi.
Secondo il legale il processo non può essere svolto in condizioni di serenita’ e quindi deve essere fatto a Campobasso: questo per il clima che sì e’ creato a seguito delle dichiarazioni del procuratore Alfredo Rossini e delle manifestazioni dei comitati dei familiari delle vittime. Dopo 13 mesi e 11 giorni arriva così al capolinea il primo filone di indagine. L’istanza presentata al Gup deve essere inviata alla Cassazione per la decisione quindi e’ probabile che il Gup rinvii l’udienza.