Articolo da Repubblica.it
I verbali smentiscono Gianni Letta: chi rideva del terremoto, all’Aquila ha fatto affari. Altro che “non hanno mai messo piede a l’Aquila” e “non hanno avuto né avranno un euro di lavori”, come aveva assicurato nei giorni scorsi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. A smascherare gli imprenditori che come avvoltoi – a cadaveri ancora caldi – si sono avventati sulla ricostruzione post-terremoto, ci sono ora le intercettazioni. Sono gli stessi costruttori al centro dell’inchiesta fiorentina su appalti e favori per il G8. Quelli che gia’ dal pomeriggio del 6 aprile – il giorno del sisma costato la vita a 300 persone – si attivavano per mettere le mani sull’affare dove “adesso ci fanno carne di porco…”. Uno scenario che emerge dal rapporto dei carabinieri del Ros (oltre 20 mila pagine) allegato all’ordinanza di arresto di Angelo Balducci, Diego Anemone, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis. Sugli schizzi di fango all’Aquila sta indagando, da sette mesi, anche la Procura del capoluogo abruzzese: nei giorni scorsi il procuratore capo, Alfredo Rossini, ha chiesto ai magistrati di Firenze copia degli atti dell’inchiesta che vede indagato, assieme ad altre 23 persone, Guido Bertolaso. “Tanti sono venuti e si sono organizzati per fare speculazioni truffaldine”, spiega Rossini.
“La magistratura faccia chiarezza”, dice il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Più dura la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane: “Letta e’ stato smentito, ora siano rese pubbliche le liste delle imprese appaltate”. Il pressing dei pm aquilani (123 imprese sono gia’ sotto la lente della Prefettura e della Procura antimafia) si concentra sulle possibili infiltrazioni di comitati d’affari negli appalti (ricostruzione e G8). I riflettori sono puntati, in particolare, sul Consorzio Federico II, formato da tre imprese aquilane (Barattelli, Vittorini Emidio Costruzioni e Marinelli ed Equizi) e dalla Btp di Vincenzo De Nardo e Riccardo Fusi gia’ coinvolta nell’inchiesta di Firenze. La strada per il Consorzio – stando ai verbali – si fa in discesa a partire dal 14 maggio, quando Gianni Letta incontra Riccardo Fusi, imprenditore in strettissimi rapporti con Denis Verdini (il coordinatore del Pdl indagato per corruzione). Gli appalti per il Consorzio arrivano: tra i 10 e i 12 milioni di euro. Oltre alla messa in sicurezza della sede della Cassa di risparmio della Provincia dell’Aquila e del Palazzo Branconi Farinosi, Fusi e soci hanno avuto l’appalto per la realizzazione della scuola media Carducci, pari a 7,3 milioni. 22 luglio 2009: sms di Libero Fracassi, direttore tecnico del Federico II, a Fusi: “Abbiamo vinto il primo appalto: una scuola per 7,3 milioni. È il primo, gli altri a breve. Ferie all’Aquila”.
Se la ridevano gli imprenditori. I cognati Pierfrancesco Gagliardi e Francesco De Vito Piscicelli – quello che il 6 aprile 2009 dice “alle 3 di notte ridevo nel letto” – il 9 aprile 2009 sono “lanciatissimi”. “Vuoi fare un bel appalto sul lago di Garda?”. “No – risponde Piscicelli – mo’ c’e’ il terremoto da seguire… lì c’e’ da ricostruire per dieci anni”. Non meno interessati alla torta sembrano Angelo Balducci, presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, e il costruttore Diego Anemone (entrambi arrestati). Il primo chiama Anemone e gli riferisce che Bertolaso gli ha detto di contattarlo subito: ne va della partecipazione ai lavori di ricostruzione. Un ruolo importante, nell’affare, e’ esercitato anche dal magistrato della Corte dei conti, Mario Sancetta. Il 7 aprile il giudice attiva i suo contatti per far ottenere appalti al Consorzio Stabile Novus di Antonio Di Nardo, funzionario delle Infrastrutture e costruttore ritenuto vicino al clan dei Casalesi. Parlando con l’imprenditore Rocco Lamino, chiede chi sia il provveditore per le opere pubbliche per l’Abruzzo. È Giovanni Guglielmi, con cui Di Nardo ha ottimi rapporti. Guglielmi promette un interessamento per gli appalti, in cambio chiede di essere aiutato a diventare presidente dell’Anas.