Cittadini ancora sotto shock, ma la rabbia potrebbe crescere entro luglio
Noi potevamo non saperlo, non intuirlo, non tutti almeno. Ma gli esperti dell’EERI (Earthquake Engineering Research Institute, organizzazione non profit di esperti con l’obiettivo di ridurre i danni e l’impatto socio-economico dei terremoti) lo avevamo subito capito e in un cablogramma fornivano queste informazioni all’amministrazione americana, al fine di valutare nel complesso i possibili problemi relativi al G8 a L’Aquila.E’ naturale che le amministrazioni estere non intervenissero in alcun modo nelle decisioni del governo italiano sulla sede del G8, se non in caso di possibili problemi di sicurezza nello svolgimento del Summit.
Ma le stesse conclusioni erano sicuramente chiare al governo italiano. E l’allora capo del Dipartimento di Protezione Civile, Guido Bertolaso, non poteva non intuirle per la decennale esperienza nel settore. Sappiamo però che la protezione civile che si occupò dell’organizzazione del G8 era quella dedita ai grandi eventi, pronta a sfruttare qualsiasi occasione decretata in “emergenza” per operare in deroga a controlli e spese, anche quelli della Corte dei Conti.
Ed ecco che il G8 diventa per Silvio Berlusconi l’ennesimo trampolino che potrebbe aiutarlo a mettere in secondo piano i suoi problemi di immagine, sfruttando il terremoto dell’Aquila ancora una volta a suo vantaggio personale, come peraltro evidenziato meglio in altri cablogrammi resi pubblici da wikileaks.
Nel cablogramma trasmesso il 6 maggio 2009 dall’ambasciata di Roma, il paragrafo 4, “Problems with the G8” (in fondo all’articolo il documento completo in pdf) in poche righe riassume lucidamente la situazione post-terremoto.
L’opinione degli esperti evidenzia come lo spostamento del G8 a L’Aquila avrebbe probabilmente complicato gli sforzi di ricostruzione, oltre ai possibili problemi logistici e di traffico locale, dovuti a un’unica strada di accesso al sito della Guardia di Finanza, dedicato sia al Summit sia alle attivita’ di ricostruzione. Si indica la disponibilita’ della popolazione locale allo svolgimento del G8, visto come un’occasione per mostrare sulla scena internazionale lo stato della citta’ dopo il terremoto, prima di capire che sarebbe stata solo una delle tante passerelle di circostanza per capi di stato, first ladies e foto ricordo con rappresentanti politici locali e nazionali.
E si evidenzia lo shock subito dagli sfollati del terremoto. Uno shock che avrebbe potuto trasformarsi in rabbia nel mese di luglio, una volta che i cittadini avessero realizzato di poter restare nelle tende oltre un anno e nel caso i ritmi di ricostruzione fossero stati lenti.
Chissa’ cosa direbbero oggi gli esperti dell’EERI, dopo 29 mesi dal sisma. Dell’attuale stato della ricostruzione, della popolazione pressoché rassegnata e territorialmente dispersa, dei battibecchi continui o ammiccamenti reciproci fra tecnici, rappresentanti politici e di categoria.
Anche se, forse, per trarre queste conclusioni non è necessario arrivare a scomodare gli esperti americani.
di Patrizio Trapasso
IL DOCUMENTO WIKILEAKS IN INGLESE
Cable: 09ROME507, VIEWS OF ABRUZZO EARTHQUAKE ZONE; POTENTIAL IMPACT
Reference ID: 09ROME507
Created: 2009-05-06 15:06
Released: 2011-08-30 01:44
Classification: UNCLASSIFIED//FOR OFFICIAL USE ONLY
Origin: Embassy Rome
Problems with the G8
4. (SBU) Civil Protection Director Bertolaso told Charge that the very large Guardia di Finanza site (45 hectares in all) would offer ample space for both Summit and reconstruction activities. In the opinion of the EERI experts, the decision to move the G8 to l’Aquila will likely complicate earthquake reconstruction efforts and could, however, pose serious logistical challenges. The arrival of thousands of officials and press in July could further complicate reconstruction efforts. Traffic jams are already common and the EERI team noted that there is only a single road in and out of the proposed summit site.
Although the citizens of one region welcomed the GOI’s decision to move the Summit, seeing it as offering visibility to the damaged town, the team warned that the mood of displaced people could become significantly more negative over the coming months.
Comiero explained that following a major earthquake, displaced people typically feel shock, but that shock gives way to anger once they realize they may be living in tents for over a year.
She believed that the people of l’Aquila are still in the shock phase now, but that they might be angrier by July, particularly if the pace of reconstruction were to slow.
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