L’AQUILA – Era il 21 giugno del 2013 quando la sede di Ingv fu inaugurata nel pieno centro cittadino, nel modernissimo palazzo in via dell’Arcivescovado.
Oggi, a distanza di poco più di tre anni, ciò che è rimasto di quel progetto, ovvero una ventina di ricercatori, fase terminale di un importante attività di studio, sta per trasferirsi altrove, in zona Porta Napoli, non lontano dal Gran Sasso Science Institute. Il passaggio avverrà a giorni e non si tratta solo di un semplice cambio di sede.
L’insediamento di Ingv nel centro storico, nell’immobile di proprietà dell’imprenditore Gabriele Valentini, fu letto, nel 2013, come un segnale di rinascita, della volontà ferma di scommettere ancora sulla città, soprattutto sulla prevenzione sismica e sulla ricerca.
L’Aquila si era candidata a divenire un centro di riferimento in ambito nazionale per le tematiche relative ai terremoti. Tutti aspetti che dopo la tragedia del 2009 hanno assunto un significato molto profondo. Oggi il rischio è quello che dal ridimensionamento dell’attività, dei costi, della sede, si possa presto passare a un disimpegno.
LE TAPPE – «Il numero delle unità di personale si è ridotto (da trenta a una ventina, ndr) e la sede che avevamo era molto costosa: stiamo scalando marce spiega Gianluca Valensise, uno dei dirigenti di ricerca dell’istituto . Siamo partiti da un progetto importante, finanziato con molti soldi. E’ durato cinque anni, finirà a Natale 2016 e il personale era per la gran parte su questo progetto. Una volta terminato, alcuni ricercatori verranno messi su altri fondi. Qualcuno è andato altrove, magari dopo aver fatto concorsi». Insomma, pare di intuire una riduzione del cabotaggio di quella che era partita nel 2013 come un’iniziativa di altissima valenza a livello italiano. [continua a leggere su Il Messaggero]