SENTENZA DI APPELLO GRANDI RISCHI, I COMMENTI DI PARISSE E VITTORINI

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Dopo la pubblicazione di una sintesi delle motivazioni della sentenza di appello del processo ai componenti della Commissione Grandi Rischi, riportiamo i commenti di Giustino Parisse e Vincenzo Vittorini.

Giustino Parisse: leggendo le motivazioni sembra che il 6 aprile 2009 non sia successo nulla

Viene negata persino quella verità storica che sembrava acquisita e che cioè la riunione della commissione, il 31 marzo del 2009, fece tutto meno che una valutazione attenta del rischio lanciando poi messaggi rassicuranti alla popolazione spaventata per uno sciame sismico che andava avanti da mesi. Per i giudici quella commissione si riunì ma non era stata legalmente convocata. Insomma furono sette amici al bar che si scambiarono delle opinioni per una mezzoretta per poi tornare ognuno alle proprie dimore con la coscienza a posto. Dunque per la legge la riunione non ci fu. E se non ci fu di quale colpa dovrebbe rispondere chi a quella non riunione partecipò? Di nessuna. […]

Viene rivalutata a 360 gradi anche la figura di Bertolaso. Non fu lui il “mandante” di quei messaggi di rassicurazione anzi gli aquilani dovrebbero ringraziarlo perché telefonando all’allora assessore regionale Daniela Stati intervenne per bloccare comunicati stampa, quelli sì, rassicuranti, diffusi dalla Regione in maniera improvvida.

Vincenzo Vittorini: «Un’offesa alle vittime del sisma e uno schiaffo ai loro familiari»

Entrerò nel merito delle motivazioni soltanto dopo aver letto tutto il faldone delle 400 pagine, ma reputo inaccettabile che in un Paese democratico i giudici della Corte d’Appello decidano di diffondere uno stralcio, una sintesi, delle motivazioni di una sentenza alla stampa prima che venga reso pubblico l’intero documento. In questo modo si sta continuando a perpetrare un’operazione mediatica cominciata prima del terremoto, proprio con la riunione della Commissione Grandi Rischi all’Aquila, per difendere lo Stato in tutti i modi possibili. I giudici d’Appello usano la stampa portando avanti un gioco mediatico. Sono per questo amareggiato e ferito. Non ho nulla contro la stampa, che se viene in possesso di una notizia ha il dovere di diffonderla. Cosa costava ai giudici aspettare pochi giorni per diffondere le motivazioni al completo? Insieme a Pierpaolo Visione – altro esponente delle parti civili – prenderò una posizione netta e pubblica soltanto a lettura delle motivazioni, in una conferenza stampa in cui saranno illustrati i nostri passi successivi. [Vincenzo Vittorini, parte civile Processo CGR.]

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