L’Aquila, 13 luglio 2014 – Continuano le polemiche sul «giallo» della scomparsa del cane Roland, misteriosamente fuggito dal Canile sanitario, o meglio volatilizzato nel nulla. Va all’ attacco l’ associazione Animalisti Italiani ONLUS.
“ROLAND era diventato la mascotte del PROGETTO C.A.S.E. di Roio 1, dove da circa un anno riceveva cure e amore dai tanti amanti degli animali che l’avevano accudito in tutti i modi e che gli permettevano anche di ripararsi dinanzi alle abitazioni.
E’ stato prelevato dagli operatori del Canile Sanitario di l’Aquila – dichiara Claudia Califano cittadina residente a Roio 1 – in data 20 Giugno , poiche’ presentava delle lesioni traumatiche sul collo a rischio setticemia ed e’ stato ricoverato e curato in maniera ottimale dai Medici Veterinari del Canile sanitario.
Mi sono recata – continua Claudia – quasi tutti i giorni per 16 giorni di ricovero, presso il Canile per verificare le sue condizioni di salute, che erano migliorate. Nel frattempo abbiamo presentato presso il Comune di L’Aquila insieme ad altre trenta persone del progetto C.A.S.E di Roio 1 , una richiesta per il riconoscimento di cane di quartiere, figura riconosciuta dal regolamento Comunale di L’Aquila n. 74 del 2002, nonostante ci fosse stato letteralmente imposto un NO secco da un Medico Veterinario di turno al Canile, con la spiegazione che la razza pastore Abruzzese e’ un cane aggressivo adatto solo alla guardia dei capannoni. Ma noi di ROIO non ci siamo lasciati convincere presentandola ugualmente con l’obiettivo di far uscire al piu’ presto ROLAND dalla gabbia del canile.
AMARISSIMA sorpresa il giorno 8 Luglio, mi sono recata sul posto e ROLAND non era piu’ nella sua gabbia.
Ho chiesto immediatamente spiegazioni ai responsabili presenti all’interno del canile sanitario , i quali con fare perplesso mi hanno risposto : IL CANE E’ SCAPPATO !
Ovviamente – conclude Claudia Califano – la risposta non tiene!
I cittadini del progetto C.A.S.E . di Roio 1 gridano voce alla verita’ e giustizia sulla sorte di ROLAND . “
“Ci aspettiamo risposte chiare rispetto a questo ennesimo spiacevole episodio di malasanita’ – dichiara Walter Caporale, Presidente Nazionale di Animalisti Italiani Onlus , perpetrato a discapito di un randagio che merita giustizia e VERITA’.
Ritengo impossibile che un cane maschio di pastore Abruzzese di circa 50 kg riesca a saltare dal suo box di due metri quadri per due metri d’altezza, come fosse un cane levriero. Inoltre la segnalazione della scomparsa del cane non e’ stata segnalata ad alcun mezzo di stampa e non sono state affisse locandine di smarrimento. Il povero ROLAND inoltre non e’ stato identificato con l’applicazione del microchip per tutto il periodo di permanenza al canile e quindi a questo punto ci domandiamo se e’ stata fatta denuncia di smarrimento o furto del cane volatilizzato nel nulla.
Ricordo che il Canile Sanitario e’ una struttura destinata al primo ricovero e alla custodia temporanea di cani, gatti , deputata principalmente al ricovero di cani e gatti vaganti catturati, traumatizzati, maltrattati e all’isolamento ed osservazione di cani e gatti cosiddetti “morsicatori” per la profilassi della rabbia. E se ROLAND fosse stato un cane morsicatore in attesa dei tempi per la manifestazione dei sintomi della rabbia?
Chiedero’ al Direttore Generale della ASL 01 di L’Aquila, Dottor Giancarlo Silveri, che sia chiarita la dinamica dei fatti e , quali urgenti provvedimenti previsti dalla legge si intenda prendere nei confronti di chi conosce la sorte del povero ROLAND , nonche’ il nome del Medico veterinario di turno reperibile quella notte misteriosa.
Si chiede inoltre che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio Veterinario di Sanità Animale della ASL n.1 dell’Aquila – Dipartimento di Prevenzione che gia’ possiede una condanna definitiva a 2 mesi e 10 giorni di reclusione pronunciata dalla Corte Suprema di Cassazione, avverso i due veterinari Asl de L’Aquila, Pierluigi Imperiale e Mauro Ponziani, che sono stati riconosciuti colpevoli nei tre gradi di giudizio dell’uccisione di nove cuccioli .
Chiediamo che il problema del randagismo venga affrontato non in modo “punitivo”, come fosse una crociata contro i randagi, ma con sterilizzazioni, con una corretta informazione dei cittadini a riguardo dei cani di quartiere e dei randagi in generale – finora criminalizzati – e che tutto questo avvenga nel rispetto di leggi, regolamenti, codici deontologici Medico Veterinari.”