19 giugno 2014 – Dopo oltre 11 giorni, pari a 275 ore, lo speleologo tedesco vittima di un grave incidente alla profondità di -980 m nella grotta Riesending-Schachthöhle è stato evacuato dalla cavità grazie all’impegno congiunto dei tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e dei servizi di soccorso speleologico austriaco, svizzero, tedesco e croato.
Alle operazioni hanno partecipato, per il team italiano, 109 tecnici del CNSAS organizzati su più turni di lavoro. Dividendosi in più squadre, non hanno esitato ad accorrere sulle montagne bavaresi per portare soccorso ad uno speleologo tedesco infortunatosi alle 01:30 dell’ 8 giugno alla profondità di -980 m nella più grande grotta della Germania.
I tecnici italiani hanno lavorato ciascuno per diverse decine di ore senza interruzione e senza risparmiare le proprie energie movimentando la speciale barella col ferito in tutti i tratti profondi e pericolosi della grotta.
Un contributo determinante alla sopravvivenza del ferito è stato dato da tutti i tecnici coinvolti nell’accudire l’infortunato e dai 5 medici e 3 paramedici del CNSAS – tutti esperti in soccorso medicalizzato in ambiente ostile. I membri dell’equipe della Commissione Medica del CNSAS sono stati i primi a raggiungere ed a medicalizzare il ferito ed a seguirlo per tutto il percorso di evacuazione fino a pochi metri dall’uscita.
Lo speleologo infortunato è finalmente in salvo, ma l’intervento e la mobilitazione del CNSAS e del team internazionale di soccorso continua senza interruzione finché l’ultimo tecnico non sarà uscito dalla grotta Riesending-Schachthöhle ed elitrasportato al campo base.
L’INCIDENTE
Nelle prime ore del 8 giugno, uno speleologo tedesco di 52 anni era rimasto ferito dalla caduta di massi durante una punta in profondità a quota meno 980 m nella grotta Riesending-Schachthöhle – la più profonda grotta della Germania – sulle montagne Bavaresi al confine con l’Austria.
Il recupero si presentava particolarmente complesso principalmente per l’eccezionale profondità in cui è avvenuto l’incidente e per le difficoltà di progressione: occorrono circa 13 ore per percorrere i circa 3500 m di pozzi, cunicoli e strettoie che separano il luogo dell’incidente dall’ingresso della grotta.
Per questo motivo il soccorso bavarese, sulla base di accordi internazionali di mutuo soccorso già in essere, ha richiesto il supporto dei tecnici di soccorso speleologico del CNSAS la cui competenza e preparazione è apprezzata in tutto il mondo.
L’Italia ha immediatamente risposto inviando subito 18 tecnici specializzati nel recupero ad alta profondità che hanno dato il massimo sostegno alla gestione del soccorso.
Dopo più di 10 giorni, la barella con lo speleologo tedesco vittima del grave incidente era stata portata a quota-300 alla profondità di -980 m.
Grazie alla stretta collaborazione dei tecnici dei servizi di soccorso speleologico austriaco, svizzero, tedesco e croato – che insieme ai tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) stavano recuperando l’infortunato – è stato possibile trasportare la barella lungo lo stretto meandro di oltre 250 m che si apriva a quota -340 m e quindi recuperarla lungo un pozzo da 40 m.
Il ferito era quindi stato assistito nel rifugio Campo 0, realizzato alla base del pozzo da 180 m che attraverso un’ultima difficile strettoia sfocia all’esterno.