La decisione di liberare i giovani fermati è stata presa avendo i tre collaborato nell’indicazione del posto dove si sono disfatti del pezzo di stoffa con il sangue del Papa polacco, e non esistendo pericoli di fuga.
Venerdì 31 le ricerche si concentreranno intorno al progetto ‘Case’ di Tempera, dove abita uno dei tre e dove hanno dichiarato di essersi liberati della reliquia.
Intanto il procuratore della Repubblica dell’Aquila, Fausto Cardella, si è complimentato con il questore Vittorio Rizzi per il brillante esito dell’attività info-investigativa che ha portato in tarda mattinata a ritrovare il crocefisso e la teca che conteneva la reliquia di Papa Giovanni Paolo II, custoditi presso il santuario di San Pietro della Ienca.
“Un così significativo risultato – ha detto il procuratore – si deve all’ottimo lavoro degli investigatori della squadra Mobile aquilana, e al coordinamento informativo tra gli organi investigativi impegnati nelle indagini”. Per Cardella, “la riuscita dell’operazione è la conferma della sintonia che c’è all’Aquila tra la Magistratura e i Servizi di polizia giudiziaria, e devo complimentarmi con il sostituto procuratore David Mancini per l’ottimo lavoro di coordinamento delle indagini che hanno consentito alla Polizia di Stato e all’Arma dei Carabinieri di fare piena luce sui fatti”. (ANSA) |