da 3e32.org – Il rapporto scritto per la Commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, sull’utilizzo fatto dal Governo italiano dei fondi concessi dalla Ue per l’emergenza terremoto e presentato dall’eurodeputato Soren Bo Sondergaard, sorprenderà i più ma di certo non noi del Comitato 3e32.
Vogliamo infatti ricordare, come, sin dai giorni immediatamente successivi al sisma, 3e32 abbia lamentato la scarsa trasparenza e chiarezza sulla gestione dei fondi e sulla tracciabilità dei flussi finanziari. Nel 2009 insieme a pochissimi altri ci siamo opposti radicalmente al modello delle C.a.s.e. che ci veniva imposto dall’alto, e contemporaneamente praticavamo un’alternativa riqualificando col nostro lavoro un’area per cui oggi siamo sotto processo. Ora ci troviamo per l’ennesima volta negli ultimi anni a dover dire con rammarico “l’avevamo detto”. Per questo siamo stati ammessi parte civile nel processo sulle irregolarità degli isolatori sismici montati nelle palazzine del Progetto C.a.s.e.
In più occasioni si è insistito sull’opportunità di evitare una scellerata e deprecabile gestioni delle predette risorse, arrivando altresì a denunciare il becero tentativo di rendere la Protezione Civile un soggetto di diritto privato non sottoposto al controllo della Corte dei Conti.
Ebbene, siamo convinti – e il tempo ce ne sta dando ragione – di come le inefficienze e gli sprechi non siano finiti qui.
Allo stesso modo riteniamo che lo stesso sistema messo in piedi dalla governance per intervenire sulla ricostruzione, non solo quella fisica della città ma anche quella socio-economica, sia estremamente sommaria.
Purtroppo assistiamo ad un processo di ricostruzione non opportunamente discusso, ad una irrazionale allocazione delle risorse e soprattutto ad una grave assenza strategie di rilancio occupazionale.
Sarebbe interessante infatti sapere quante risorse sono state finora spese per la ricostruzione e quali ricadute socio – economiche esse abbiano generato.
La condizione in cui versa la nostra comunità è profondamente drammatico: giovani che chiedono spazi, persone costrette ad emigrare per assenza di lavoro, periferie degradate e mobilità urbana inesistente, piccole imprese in sofferenza e maestranze locale non utilizzate.
Il Comitato 3e32 puntualmente cerca di portare l’attenzione su disagi sociali e spazi abbandonati da tutelare rispetto alla diffusa speculazione edilizia; caso esemplare quello dell’area dell’ex Ospedale Psichiatrico di Collemaggio, uno dei simboli della città dell’Aquila, di proprietà della ASL ma lasciato al degrado da più di un decennio e oggi in parte restituito alla città con l’esperienza di CaseMatte.
Chiediamo di ripensare ad un modello di rilancio economico che vada oltre il mero consumo di suolo o alla riparazione degli edifici danneggiati, che sappia guardare lontano, mediante una oculata e più equa gestione e redistribuzione delle risorse.