Ricostruzione, basta favole e fuori i dati. La pianificazione dei lavori deve essere partecipata.
Sulla ricostruzione è necessario tornare a mobilitarsi tutti insieme! Non è possibile che dopo anni di stallo continuino a mancare informazioni, responsabilità e pianificazione.
Occorre subito dire con chiarezza quali e quanti aggregati partono e in quale anno, rendere pubblico e partecipato un calendario dei lavori a medio-lungo termine che possa essere verificato nel tempo da tutti per far assumere le proprie responsabilità a chi di dovere. I cittadini hanno dopo quattro anni il diritto di sapere, anche un’amara verità è preferibile alla logorante incertezza: permette di compiere scelte di vita informate e consapevoli.
Il crescendo rossiniano delle contraddizioni e delle smentite del giorno dopo non è più sopportabile. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: così non si ricostruisce nulla. Non è possibile, per esempio, leggere le dichiarazioni del 19 febbraio dell’assessore Di Stefano che afferma che i soldi sono finiti e poi, dieci giorni dopo, sentire il Ministro Barca affermare che le risorse ci sono tutte e tocca agli amministratori utilizzarle, il Sindaco che prima esclama che il 21 marzo parte la ricostruzione! e dopo qualche giorno denuncia che non ci sono i soldi. Non ci fidiamo, non ci siamo mai fidati, oggi meno che mai.
Pretendiamo cifre, date certe e un piano di lavoro condiviso per uscire dall’attuale pantano. Tirate fuori, in formato aperto, tutti i flussi finanziari nel dettaglio, cifra per cifra, data di accredito, provenienza, destinazione! Vogliamo gigabyte di dati non quattro tabelline. |
Il Ministro Barca afferma che in questi giorni i Sindaci dovranno decidere a quali aggregati assegnare i fondi, ci sarà chi parte subito e chi tra molti anni. Come si faranno queste scelte?
Vogliamo sapere e partecipare. Vogliamo discutere con i cittadini i criteri di assegnazione dei fondi, le logiche e le motivazioni per cui un’area della città verrà ricostruita prima di un’altra. Scelte così delicate devono fondarsi su criteri trasparenti, essere condivise da tutta la popolazione e puntare a obiettivi concreti e misurabili. Solo così si potrà evitare ogni sospetto che un aggregato parte prima di altri perché ci abita qualcuno, perché il presidente é qualcun’altro, perché la ditta che ha preso l’appalto è proprio quella ditta.
Non potete decidere la vita e il futuro di migliaia di persone nelle vostre “stanze chiuse” e secondo i vostri calcoli che finora hanno portato alla paralisi.
Il tempo delle battute, degli insulti, dei rimpalli di responsabilità, delle mezze verità e delle troppe bugie deve finire. Si deve cambiare passo e si devono cambiare i metodi, quelli seguiti finora hanno clamorosamente fallito.
Per il momento, avete annunciato in pompa magna che il 21 marzo parte la ricostruzione. Il 23 allora siamo in centro, con tutta la città, a fare festa.