di Enrico Nardecchia, da Il Centro – L’AQUILA. Caccia alle dieci pistole scomparse.
Il terremoto ha sepolto vite umane, beni materiali ma anche armi. Quelle rintracciate e distrutte sono 150, quelle di cui si sono perse le tracce sono una decina. Si tratta di armi «pulite», nel senso che i possessori avevano regolare titolo a detenerle.
Tuttavia, a quattro anni dal terremoto, per alterne vicende non si è riusciti a risalire alle dieci pistole mancanti. Potrebbero trovarsi, in molti casi, ancora sotto le macerie degli immobili dove venivano custodite al momento del sisma. Ma anche essere finite in mani pericolose. Per scongiurare questo rischio sono in corso ormai da mesi una serie di verifiche per cercare di chiudere i conti il prima possibile con queste armi tuttora circolanti.
Il problema delle armi all’Aquila nel post-terremoto è tornato al centro dell’attenzione per alcuni fatti di cronaca che si sono verificati di recente in città. Il primo è il duplice omicidio di Bazzano, delitto commesso utilizzando una pistola che Bruno Kapplani ha reperito in modo illecito. L’arma in questione, infatti, come emerso dalle indagini, era stata rubata all’interno in un’abitazione del Torrione. Quindi, un’arma «pulita» usata per commettere un delitto. Il secondo episodio che vede al centro una pistola è legato all’arresto di un imprenditore edile della Campania considerato contiguo al clan dei Casalesi il quale, dopo la perquisizione all’interno della sua abitazione, è stato trovato in possesso dell’arma che potrebbe avere già sparato in altre circostanze. All’arrestato è stata contestata anche la ricettazione dell’arma, a sua volta provento di un furto. |
Le pistole in città, poi, rimandano immediatamente agli spari di Capodanno all’indirizzo dell’abitazione della collaboratrice di TvUno Daniela Braccani. Un nodo che la squadra Mobile della questura deve ancora dipanare. (continua a leggere su IlCentro.it)