L’Aquila, 16 febbraio 2013 – Quattro anni di reclusione agli imputati e interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. E’ questa la condanna per gli imputati nel processo per la morte di 8 studenti universitari nel crollo della Casa Dello Studente a L’Aquila, nel terremoto del 6 aprile 2009. Bernardino Pace, Tancredi Rossicone e Pietro Centofanti, incaricati alla fine degli anni ’90 della ristrutturazione dello stabile, sono stati condannati secondo quanto richiesto dal PM Fabio Picuti. Pietro Sebastiani (tecnico ADSU) è stato invece condannato a 2 anni e 6 mesi, mentre sono stati assolti D’Innocenzo (allora presidente Adsu), Valente (allora direttore Adsu), Andreassi e Giovani, che avevano curato dei lavori minori. |
E’ stato anche stabilito un risarcimento danni in via provvisionale per circa due milioni di euro per i parenti delle 8 giovani vittime del crollo della casa dello studente. In Aula molti i parenti delle vittime. Alla lettura del dispositivo commozione ma anche rabbia per una sentenza non ritenuta ‘equa’: “Gli studenti dovevano essere fatti uscire”, ripetono parenti e amici che si aspettavano dieci condanne.
“Mi trovo nel mezzo tra parti civili, che chiedono la condanna di tutti, e difensori, che chiedono assoluzione di tutti. Quale di questi è l’ideale di giustizia? Non si tratta di questo, ma solo di applicare la legge e le norme”, è un passaggio dell’arringa del pubblico ministero Fabio Picuti nel processo per il crollo della Casa dello Studente dell’Aquila nel terremoto dell’aprile 2009.